In Breve (TL;DR)
- Daniel Nadler è un imprenditore e poeta canadese noto per aver creato *Warren*, uno dei primi chatbot finanziari, poi venduto a S&P Global per 700 milioni di dollari. La sua formazione include studi in matematica e letteratura ad Harvard, oltre a un dottorato sulla finanza presso la Federal Reserve.
- Dopo il successo nel settore finanziario, Nadler ha fondato *OpenEvidence*, una piattaforma di AI che supporta i medici analizzando milioni di pubblicazioni scientifiche per migliorare diagnosi e trattamenti. La piattaforma conta milioni di consultazioni mensili e una valutazione di circa 3,5 miliardi di dollari.
- Le prossime sfide riguardano la qualità delle risposte dell’AI e l’imparzialità delle sponsorizzazioni nella piattaforma. Nadler, però, non ha mai abbandonato la sua passione per l’arte, pubblicando poesie e producendo il film *Palmer* con Justin Timberlake.
Daniel Nadler in questo momento storico è una delle personalità più note e apprezzate al mondo se si parla di intelligenza artificiale applicata alla medicina. La sua OpenEvidence viene infatti utilizzata da migliaia di professionisti sanitari, che usufruiscono di algoritmi dedicati per prendere decisioni sempre più veloci e pertinenti.
Molti però non sanno che Nadler lavora con i chatbot da ormai più di dieci anni e che, prima della medicina, aveva già rivoluzionato la finanza con uno strumento di nome Warren. E che nel frattempo si dedica ad attività artistiche diverse: dalla scrittura di poesie alla produzione di film di successo.
Cosa ha studiato Daniel Nadler

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Daniel Nadler, classe 1983, è nato a Toronto, ma ha studiato all’Università di Harvard. La sua formazione ha spaziato dalla matematica alla letteratura ed ha potuto confrontarsi con docenti del calibro di Jorie Graham: una delle autrici americane più apprezzate in assoluto quando si parla di generazione post-bellica, insignita del Premio Pulitzer per la Poesia nel 1996.
La passione per la parola scritta di Nadler va però di pari passo con una predisposizione spiccata per l’economia. Non a caso sceglie di frequentare come visiting scholar la Federal Reserve, a seguito del quale avrebbe conseguito un dottorato di ricerca con una tesi sui derivati creditizi e i meccanismi che permettono la loro determinazione.
In questi anni Daniel si scontra con l’arretratezza delle soluzioni tecnologiche utilizzate da uno dei sistemi bancari più importanti del mondo e inizia a pensare a quella che sarebbe diventata la sua prima azienda.
L’esperienza in Federal Reserve durante il dottorato ha favorito la nascita di Warren: il primo chatbot sviluppato da Daniel Nadler e Peter Kruskall.
Alla Federal Reserve valutazioni e decisioni critiche venivano prese basandosi su “semplici” fogli Excel. Nadler decide quindi di contattare il programmatore Peter Kruskall e di iniziare a lavorare a una serie di algoritmi che facilitassero le analisi finanziarie.
Il risultato è Warren, il primo chatbot testuale lanciato dalla neonata Kensho nel lontano 2012: un anno in cui l’AI era praticamente sconosciuta al grande pubblico e quasi per nulla utilizzata al di fuori di ambienti accademici specifici. Per fare un paragone concreto: Warren di Kensho era operativo circa 10 anni prima che ChatGPT facesse la sua prima comparsa sulla scena internazionale.
Eppure, il chatbot ha funzionato alla perfezione, stimolando nel giro di pochi mesi l’attenzione degli investitori internazionali e, di fatto, cambiando la vita di Daniel Nadler per sempre. Negli anni a seguire Warren è infatti stato affittato ai principali gestori patrimoniali di Wall Street. E nel 2018 la società S&P Global lo ha acquistato per circa 700 milioni di dollari: un’operazione che sarebbe stata ricordata a lungo come la più grande e ricca legata alla storia dell’intelligenza artificiale.
Come è nata OpenEvidence

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Durante gli anni di sviluppo e diffusione del chatbot Warren, Nadler e il suo team si rendono conto che la capacità degli algoritmi di individuare pattern e schemi in ottica previsionale poteva venire applicata in tanti ambiti al di là di quello finanziario.
Il pensiero dell’imprenditore va velocemente al mondo medico e, secondo diversi giornalisti internazionali, la ragione è personale: il nonno di Daniel infatti era venuto a mancare a causa di un errore umano.
Il desiderio di rivoluzionare la sanità con la tecnologia avrebbe dato vita a OpenEvidence: una nuova azienda che viene sostenuta innanzitutto da venture capitalist come Jim Breyer, che aveva già creduto precedentemente in Kensho.
Con OpenEvidence Daniel Nadler ha messo intelligenza artificiale, algoritmi e modelli conversazionali a disposizione dei medici.
Gli algoritmi proprietari di OpenEvidence sono pensati per assistere i professionisti sanitari attraverso l’analisi e la comparazione di grandi quantità di dati: ad esempio passando in rassegna tutte le pubblicazioni scientifiche che potrebbero essere utili a dare un responso o prendere una decisione.
Secondo alcuni entusiasti, il ruolo di supporto che OpenEvidence ha garantito e continua a garantire ai medici è paragonabile a quello di Google verso gli utenti Internet. Certo è che la comunità scientifica statunitense ha accolto questa soluzione a braccia aperte.
Circa il 40% dei medici statunitensi è iscritto a OpenEvidence e la piattaforma continua a crescere con una media di oltre 2.000 nuovi profili registrati al giorno e di circa 8,5 milioni di consultazioni al mese.
Un successo che si è rapidamente tradotto in introiti economici: da una parte circa 50 milioni di dollari all’anno di sola pubblicità, dall’altra una valutazione che si attesta attorno ai 3,5 miliardi. Nadler ha investito circa 10 milioni di dollari di tasca propria in OpenEvidence, di cui oggi possiede circa il 60%. La rivista Forbes stima il suo patrimonio personale attorno ai 2,5 miliardi di dollari.
Cosa farà Daniel Nadler in futuro?

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Nel corso della sua carriera Daniel Nadler ha dimostrato un talento spiccato per l’imprenditoria, che ha già saputo inquadrare in ambienti e contesti molto diversi tra loro. Oggi le sue sfide più importanti hanno a che fare con la crescita dell’algoritmo di OpenEvidence.
La prima ha a che fare con la qualità delle risposte fornite in seguito all’analisi di dati e ricerche scientifiche sempre più consistenti. Il rischio infatti è che l’analisi non sia affidabile e pertinente come quella di un essere umano.
C’è poi il tema della gratuità dello strumento e delle sponsorizzazioni, che rischia di farsi controverso. La preoccupazione in questo senso è che i diversi stakeholder forniscano informazioni che puntano più a promuovere il loro prodotto che a rispondere ai dubbi di un medico interessato esclusivamente al benessere del suo paziente.
Infine, è interessante chiedersi se Nadler non deciderà di cambiare ancora una volta perimetro di gioco. Senza dimenticare che, nel corso degli anni, non ha mai messo davvero da parte il suo amore giovanile per l’arte e la letteratura.
Daniel, infatti, tra un investimento di successo e l’altro, ha comunque trovato tempo e modo di pubblicare una raccolta di poesie e di produrre un film drammatico di nome Palmer, con un protagonista d’eccezione quale Justin Timberlake.
Domande frequenti (FAQ)
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Cosa ha studiato Daniel Nadler?Daniel Nadler ha studiato matematica, letteratura ed economia all'Università di Harvard, conseguendo un dottorato di ricerca con una tesi sui derivati creditizi.
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Come è nata OpenEvidence?OpenEvidence è nata come evoluzione del chatbot Warren, sviluppato da Daniel Nadler e il suo team per applicare algoritmi previsionali anche nel campo medico, supportando i professionisti sanitari con analisi e comparazioni di dati.
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Cosa farà Daniel Nadler in futuro?Daniel Nadler si concentrerà sulla crescita e miglioramento dell'algoritmo di OpenEvidence, affrontando sfide legate alla qualità delle risposte, alla gratuità dello strumento e alle sponsorizzazioni. Potrebbe anche decidere di cambiare nuovamente ambito di attività, considerando il suo interesse per l'arte e la letteratura.