L’Osservatorio 5G & Beyond del Politecnico di Milano a novembre 2020 ha presentato la big picture italiana del mercato 5G. Il campione intervistato ha incluso 328 aziende end user e 222 imprese ICT.
Secondo gli analisti, poco più di 2 aziende end user su 10 (24%) e quasi 3 imprese ICT su 10 (28%) hanno una solida conoscenza delle caratteristiche tecnologiche e delle potenzialità delle nuove reti.
Rispetto al campione intervistato, solo 1 impresa end user su 5 si sta attivando per sfruttarne il potenziale. In pratica 8 aziende su 10 (80%) non sta facendo nulla con il 5G o perché non lo conoscono o perché nutrono dei dubbi sui benefici di questa tecnologia mentre altri dicono di non essere granché interessati.
I dati di dettaglio raccontano come il 41% delle aziende italiane sul 5G si dice incerto: ne percepiscono l’impatto ma non sanno se la propria realtà ne sarà coinvolta. Il 26% non conosce il tema e non è consapevole delle implicazioni di business del 5G mentre il 5% è scettico, conosce l’argomento ma pensa che non porterà un reale valore. L’8% afferma che potrebbe essere un’opportunità per altre realtà ma non per la propria. Del restante 20%, solo l’1% si sente già un esperto conoscitore del 5G mentre il 19% ha avviato progetti o sta iniziando ad approcciare il tema. Il settore che appare più pronto è quello dei servizi, con il 26% di aziende ricettive, il 2% di esperte e una minore incidenza di imprese inconsapevoli (21%). Seguono PA e Sanità, con il 20% di aziende ricettive ma anche la percentuale più alta di inconsapevoli (35%), e il manifatturiero, con il 15% di imprese ricettive, il 2% pioniere e il 26% che non conosce il tema.
Gli operatori Telco e cloud giocano un ruolo centrale nell’ecosistema 5G + edge che risulta estremamente composito e diversificato.
Le soluzioni di supporto ai nuovi casi d’uso, infatti, richiedono una serie di competenze diversificate e specializzate.
La rosa dei parner strategici
Concorrono all’ecosistema del 5G fornitori hardware, vendor di piattaforme a sviluppatori di applicazioni, integratori di sistemi e CSP (Communicaton Solution Provider). Altri due attori chiave nell’ecosistema sono gli Hyperscale Cloud Provider (HCP) e gli attori legati alle Operations Technology (OT). I provider di cloud iperscalabili, come AWS, Microsoft Azure, Google e AliCloud, hanno come core business quello di fornire infrastrutture e piattaforme cloud. Possiedono ecosistemi di applicazioni con migliaia di sviluppatori che contribuiscono e possono servire più aziende in diversi settori su base globale. Questo tipo di fornitori desiderano essere i driver dell’ecosistema per l’edge computing.
I provider OT dispongono di piattaforme e applicazioni IoT, supportate da componenti di edge computing.
Alcuni esempi di queste società includono Siemens, General Electric, BMW e ABB, ovvero attori che hanno forti relazioni aziendali, soprattutto nel settore manifatturiero. È probabile che i system integrator siano presenti nella maggior parte delle implementazioni. Oltre ai system integrator specializzati, anche altre società possono assumere un ruolo nell’implementazione di una soluzione come nel caso di vendor OT o HCP.
Occorre potenziare le competenze
In estrema sintesi, l’ecosistema è ancora tutto da costruire. È necessario lavorare prima di tutto sullo sviluppo di conoscenze, competenze e cultura del 5G, ancora carenti persino fra le aziende ICT. E poi bisogna potenziare sforzi e investimenti per implementare l’infrastruttura di rete necessaria a farla funzionare, ripensando una catena del valore aperta alla collaborazione con attori di altri ecosistemi e capace di creare servizi verticali di alto valore per le imprese utilizzatrici.
Lo spaccato delle aziende ICT
La filiera delle imprese ICT, che contribuiranno a costruire un ecosistema di soluzioni basate sulle nuove reti, dimostra una maggiore propensione al 5G, con il 48% che si è già attivato, di cui il 13% si definisce esperto e il 35% ricettivo. Sono poche le imprese ICT inconsapevoli (5%), scettiche (6%) o non interessate (5%), ma più di una su tre è ancora incerta sulle potenzialità delle nuove reti per la propria realtà (36%).
Lo spaccato consumer
Sul fronte consumer più di 7 intervistati su 10 (72%) nutrono aspettative nei confronti del 5G in relazione alla maggiore velocità di trasferimento dati. Quasi 4 consumatori su 10 (38%) ritiene che il 5G darà la possibilità di lavorare da remoto più facilmente mentre 3 consumatori su 10 (30%) vende nel 5G l’opportunità di
guardare video in 4K.
Per oltre 2 consumatori su 10 (25%) il 5G aprirà nuovi orizzonti alla domotica con un 23% che pensa già alle possibilità che si prospettano per il gaming online anche in tempo reale e con più utenti.
Ne consegue che gli oggetti con cui i consumatori sono più interessati a vedere le interazioni sono i dispositivi per la smart home (55%), l’auto connessa (37%), i visori di realtà aumentata e virtuale (30%), i wearable device per sport e wellness (27%) e i droni (19%). Tra gli internet user, 1 italiano su quattro, ha acquistato o ha intenzione di comprare uno smartphone che supporti la rete 5G, oltre 3 italiani su 10 (34%) stanno valutando l’acquisto, mentre il 41% afferma di non essere interessato.
I principali freni all’adozione per più di 4 consumatori su 10?
Il 62% del campione risponde di essere ancora molto soddisfatto del dispositivo che ha in uso, il 28% ritiene i costi troppo elevati mentre solo il 19% adduce come motivazione la mancanza di copertura nella propria città. Il 13% si dice preoccupato di eventuali effetti negativi sulla salute (13%).