Gli smartphone sono in continua evoluzione: di anno in anno ci troviamo davanti interessanti novità dal punto di vista tecnologico, con batterie con durate lunghissime e processori più performanti. Eppure, non molti sanno che i telefonini di nuova generazione riescono a dare il meglio anche dal punto di vista della salute, diventando dei validi alleati per scovare e monitorare importanti malattie già nelle fasi iniziali.
L'avanzamento nel campo della diagnostica medica degli smartphone è stato notevole negli ultimi dieci anni, anche grazie alla ricerca che ha visto uniti specialisti della salute e della tecnologia al fine di creare smartphone in grado di trasformare l'approccio alle patologie.
In particolare, telefonini con processori con grande potenza di calcolo, fotocamere capaci di catturare immagini ad altissima risoluzione e sensori sempre più sofisticati stanno diventando dei supporti fondamentali per i medici. Questo aiuto si traduce in un approccio totalmente differente a patologie, purtroppo, sempre più comuni tra la popolazione. Con mezzi più potenti, infatti, si tagliano i tempo delle diagnosi, con la conseguente possibilità di fornire cure in maniera più veloce e puntare, dove possibile, a guarigioni più rapide. Ecco alcuni casi in cui gli smartphone funzionano già come alleati della salute.
La tecnologia alla base del test di fertilità tramite smartphone è stata sviluppata al Brigham and Women's Hospital di Boston che, nel 2018, ne ha dimostrato l'effettiva utilità e affidabilità. In questo modo, questo monitoraggio funzionale è riuscito a dimostrare di avere la stessa efficacia del test sulle urine e della sua alternativa più comune, ovvero l'analisi della temperatura basale, per tenere sotto controllo la temperatura basale. Il test funziona in maniera piuttosto semplice: alcune gocce di saliva vengono poste sulla superficie di sterile di un vetrino.
Una volta attesa la cristallizzazione della parte liquida, ciò che rimane è una struttura particolare che consente di comprendere la fase del ciclo mestruale della persona sottoposta all'analisi. Il vetrino viene poi inserito in uno strumento ad alta potenza ottica e sistemato sopra la telecamera dello smartphone.
Qui entra in gioco la potenza dell'intelligenza artificiale dell'app associata, che insieme all'alta definizione dell'immagine fornita dalla fotocamera, analizza il campione e determina la fase corretta con un'accuratezza del 99%. Il kit per effettuare il test è già disponibile per l'acquisto e può essere utilizzato a casa. Inoltre, l'implementazione di uno strumento ottico permette un risultato ancora più preciso, rispetto all'utilizzo esclusivo della fotocamera che invece potrebbe creare dei problemi di interpretazione della fase.
La presenza della sostanza produce infatti un ingiallimento degli occhi, riscontrato tramite una valutazione della lunghezza d'onda della luce. Nella sperimentazione effettuata, il team è riuscito a individuare correttamente la presenza della patologia nell'89,7% dei casi, un risultato particolarmente soddisfacente vista la natura stessa del tumore al pancreas.
Lo smartphone può riconoscere una commozione cerebrale: accade dal 2017, grazie a un progetto sviluppato dall'Università di Washington che ha dato vita all'app PupilScreen. Protagonisti, anche in questo caso sono fotocamera, flash e occhi.
Anche in questo caso, lo smartphone simula il lavoro del medico: mentre la pupilla viene stimolata con il fascio di luce prodotto dalla fonte luminosa, l'applicazione registra un video di tre secondi che viene immediatamente analizzato da un algoritmo di deep-learning. Studiando la risposta degli occhi, in fase di test l'app è riuscita a confermare o smentire la presenza di una commozione cerebrale, con un'accuratezza pari quasi alla totalità dei casi.
Lo studio, basato su di una tecnica in grado di identificare i cambiamenti del volume del sangue attraverso un fascio di luce e chiamata fotopletosismografia. Utilizzando il telefonino e una fotocamera dotata di flash per illuminare il campione, un algoritmo di deep-learning basato sull'analisi di 2,6 milioni di precedenti valutazioni è in grado di distinguere il diabete e, in maniera ancora più specifica, anche i tre tipi specifici di appartenenza. Al momento, la tecnica ha avuto la possibilità di riportare risultati accurati nell'80% dei casi, con valori ancora più alti quando le immagini sono state associate ad altre informazioni del paziente come età e indice di massa corporea.
I risultati dello studio, uno tra i primi teorizzati già dalla nascita dei primi iPhone, sono stati sorprendenti. Infatti, grazie alla capacità di analisi dei device e allo studio di oltre 100mila immagini di lesioni della pelle, l'algoritmo è in grado di eguagliare le capacità di un dermatologo professionista rilevando la presenza di tumori e classificarli secondo la classe di appartenenza.
Il test si effettua completamente in mobilità, attraverso uno smartphone e cassette di plastica con l'aggiunta di reagente, per la verifica della presenza dei due anticorpi all'interno del sangue. Proprio di quest'ultimo ne bastano poi pochissime gocce, ed il test può essere effettuato avviando l'analisi tramite telefonino.