Il fattore Covid-19 ha spinto le organizzazioni a incrementare l’uso di svariate soluzioni tecnologiche a supporto dei processi di prevenzione, di cura e di assistenza. Per tutta la prima metà del 2020, la pandemia ha avuto un impatto significativo e senza precedenti sulla salute e sulle condizioni economiche di ogni Paese.
Per la sanità, l’imposizione di blocchi e di allontanamento sociale ha minato il modello tradizionale di assistenza sanitaria faccia a faccia nella maggior parte delle situazioni non di emergenza.
Tuttavia, questo ha portato a una rapida accelerazione rispetto all’adozione di soluzioni digitali, in particolare l’uso della telemedicina, delle consultazioni virtuali e del monitoraggio remoto dei pazienti. Gli analisti di Deloitte nella ricerca conclusasi lo scorso settembre e intitolata “Digital Transformation Shaping the Future of European Healthcare” mostrano la big picture della sanità nazionale e internazionale pubblica e privata.
Secondo il report, il 65% dei rispondenti a livello europeo dichiara che la propria organizzazione ha incrementato l’impiego di tecnologie digitali per supportare il lavoro degli operatori sanitari con una percentuale analoga (66%) anche in Italia. Per quanto riguarda invece l’utilizzo di tecnologie digitali per fornire supporto e modalità di ingaggio virtuali ai pazienti, oltre 6 intervistati su 10 (64%) dichiarano di aver assistito in generale a un incremento degli usi e dei modi.
Durante l’emergenza, per quanto riguarda le tecnologie rivolte agli operatori sanitari e per quelle destinate ai pazienti, sono soprattutto i medici di medicina generale a confermare di avere assistito a un potenziamento rispetto ai tassi di utilizzo di sistemi e soluzioni digitali.
Uno dei principali problemi associati alla digital transformation sanitaria è che oltre un quarto dei medici al momento non riceve alcuna formazione strutturata e formale riguardo l’utilizzo delle tecnologie digitali: criticità più pronunciata in Italia e in Portogallo tra i medici che lavorano nei reparti di medicina generale e di medicina
clinica.
Questo evidenzia la necessità di istituire dei percorsi che riducano il digital device dei professionisti della sanità attraverso corsi mirati all’istruzione e alla promozione dei migliori approcci operativi e strategici.
Come sottolineano gli esperti, è fondamentale che medici e pazienti abbiano piena fiducia rispetto all’utilizzo delle tecnologie sanitarie digitali e che nessuno sia escluso, soprattutto dato il ruolo crescente che la tecnologia giocherà nel futuro della sanità. Come passo successivo, i leader in tutto il sistema sanitario dovranno concordare le modalità di finanziamento dell’innovazione, decidere quali tecnologie siano più efficaci e creare una solida infrastruttura IT ma anche quali partner scegliere per fornire un accesso sicuro, protetto ed equo sia alla tecnologia in quanto tale che ai dati generati e gestiti. Un altro aspetto particolarmente importante per ogni tipo di assistenza sanitaria è di progettare percorsi a supporto della salute più sostenibili usando Internet of Things, Intelligenza Artificiale, Realtà aumentata, Robotica, Stampa 3D e mobile app per costruire un approccio personalizzato fondato su un modello predittivo, preventivo e partecipativo.
Un numero crescente di cittadini europei sta cambiando mindset rispetto all’offerta sanitaria.
Le persone non sono più disposte a essere destinatari passivi di cure: si aspettano di poter accedere ai servizi di assistenza di cui hanno bisogno più rapidamente, più facilmente e più comodamente.
Vogliono ricevere maggiore supporto per ottenere consigli e informazioni di qualità e affidabili. Gli analisti di Deloitte fotografano un crescente utilizzo in Europa delle tecnologie digitali per far accedere più rapidamente i cittadini ai servizi di assistenza sanitaria, incluso l’utilizzo di Internet per la ricerca delle informazioni sanitarie, la prenotazione degli appuntamenti e le teleconsultazioni. Sempre più persone stanno abbracciando la tecnologia per monitorare e mantenere la loro salute e sono disposti a condividere i dati sanitari anche con operatori terzi in cambio di benefici. Per inciso, la consapevolezza su tutti i temi della Privacy e della gestione dei dati personali è aumentata: le persone vogliono mantenere il possesso dei propri dati sanitari e decidere con chi condividerli e per quali scopi. Tuttavia, sono pochi i Paesi europei che ad oggi consentono ai cittadini di accedere liberamente ai propri dati sanitari e sono Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Islanda, Norvegia, Scozia, Svezia e, recentemente, Inghilterra.
Al di là dell’evoluzione multicanale delle persone, gli analisti alzano il sipario sul digital devide che affligge ancora un numero significativo di cittadini che non dispongono di competenze digitali e/o hanno ancora difficoltà di accessibilità e connettività. L’età, lo stato di istruzione, i livelli di reddito e la ruralità influenzano l’alfabetizzazione sanitaria digitale e coloro che ne trarrebbero maggiori benefici hanno meno probabilità di essere in grado di utilizzare gli strumenti digitali in modo efficace. Considerando che l’Italia è il secondo Paese al mondo per numero di anziani più bisognosi di cure costanti, il fatto che queste persone non abbiano idea di come usare le tecnologie digitali per gestire al meglio la loro salute è un problema che va risolto. Gli over 60 ignorano come vengono utilizzati i dati sanitari e non sanno di poter accedere da remoto alla loro cartella clinica digitale e a tutta la refertazione che li riguarda.
Affrontare il divario l’alfabetizzazione sanitaria digitale dovrebbe essere una priorità fondamentale per tutti i Paesi.
Organizzazioni come l’OMS e la UE stanno caldeggiano iniziative per migliorare le competenze digitali dei cittadini al fine di supportare una più ampia diffusione delle tecnologie per la Smart Health.