Le reti 5G nascono dall’esigenza di realizzare connessioni sempre più veloci, che permettano di stare al passo con le nuove esigenze sia del mercato che degli utenti “comuni”. Il nuovo standard di connettività mobile garantisce quindi velocità di connessionesuperiori alle attuali reti 4G, ma soprattutto promette una latenza inferiore rispetto agli standard precedenti.
Queste caratteristiche aprono a una vera e propria rivoluzione digitale in ogni aspetto della nostra vita online.
La bassa latenza (detta anche ping) delle reti 5G garantisce dei tempi di risposta immediati, il che, combinata con maggiori velocità di connessione, ha un impatto misurabile nel mondo in cui viviamo. Le reti di quinta generazione consentono di fare passi avanti nei più diversi settori: dalle auto a guida autonoma all’Industria 4.0 e la telemedicina, fino al gaming e allo smart working. Ecco cos’è la latenza e perché è così importante questo parametro per le reti 5G.
Si pensi a un lavoratore in smart working impegnato in una videochiamata: il tempo che passa tra quando un utente parla o effettua un’azione sulla presentazione condivisa e l’altro ne sente le parole o visualizza il risultato dell’azione sul suo PC è proprio la latenza. Se la latenza è alta, ci sarà un ritardo nella comunicazione.
Quando invece la latenza è bassa, la comunicazione avverrà in modo apparentemente istantaneo, come se i due utenti fossero nella stessa stanza.
Anche nel gaming online la latenza è un parametro importante: più è alta, maggiore sarà il tempo che passa tra l’invio del comando dato attraverso il controller e l’azione nel gioco. Se la latenza è molto alta in una partita online, il giocatore ha uno svantaggio enorme rispetto ai suoi concorrenti: i suoi comandi saranno infatti “rallentati”, mentre quelli degli altri no.
Le reti di terza generazione avevano latenze dell’ordine di centinaia di millisecondi. Con l’evoluzione dello standard e l’arrivo delle reti 4G, la latenza è stata ridotta al di sotto dei 100 millisecondi fino ad arrivare ad oggi, con la latenza che si attesta tra i 5 e i 20 millisecondi, con l’obiettivo di raggiungere il limite di 1 millisecondo promesso dalle reti di quinta generazione.
Le attuali reti 5G sfruttano una tecnologia chiamata NSA, cioè reti No-standalone, che sono basate su un’architettura ibrida tra le reti 4G e 5G.
Questo tipo di struttura consente velocità di connessione elevate, ma pone ancora dei limiti alla latenza delle reti. Per poter raggiungere le migliori prestazioni, bisogna puntare sul 5G SA, o Standalone, dove l’architettura permette di implementare un 5G puro, tramite il quale raggiungere il minimo di latenza promesso dal nuovo standard di connettività.
Connessioni più veloci e a bassa latenza favoriscono i processi di digitalizzazione e l’evoluzione dell’industria 4.0.
Ad esempio, consentendo la costruzione di aziende con macchinari totalmente automatizzati e controllabili da remoto. C’è poi il settore delle auto a guida autonoma, dove l’impiego del 5G garantisce tempi di reazioni dei sistemi di bordo più bassi, a vantaggio anche della sicurezza. O ancora nel settore sanitario, dove il 5G offre la possibilità di monitorare i pazienti in tempo reale da remoto o di eseguire operazioni complesse manovrando con estrema precisione bracci robotici anche da migliaia di chilometri di distanza. In tutti questi casi, l’arrivo di una risposta in ritardo provocata da una latenza troppo alta avrebbe un impatto importante: potrebbe causare un incidente nelle fabbriche o in strada, oppure un errore nell’operazione chirurgica su un paziente.
Anche per l’utente comune cambia molto se la connessione ha una bassa latenza.
Può ad esempio fare “zapping” su una piattaforma di video online in modo più comodo, perché la riproduzione dei contenuti inizia in modo quasi immediato, può utilizzare dispositivi VR per la realtà aumentata durante le videoconferenze e le riunioni di lavoro senza ritardi nella comunicazione, può giocare online senza il rischio di perdere una partita a causa dell’eccessiva latenza.