C'è chi prova con alcuni trucchi trovati online. Chi, invece, prova la carta della formattazione, nella speranza che una "rinfrescata" al sistema operativo faccia tornare il computer ai vecchi fasti di un tempo. Sono molti, insomma, quelli che provano a capire come migliorare le prestazioni di un PC lento e vecchio di qualche anno, ma non sempre si riesce a trovare un metodo pienamente efficace. I motivi che possono portare al rallentamento del computer sono molteplici e ogni macchina fa storia a sé.
Una soluzione one fits all ci sarebbe: che si tratti di un vecchio laptop o un vecchio desktop, potrebbe essere sufficiente montare un disco SSD di dimensioni adeguate (almeno 256 gigabyte, considerate le dimensioni del sistema operativo e dei software di uso comune) e il gioco è fatto.
Acronimo di Solid State Disc, un disco SSD si differenzia dai normali hard disk magneto-meccanici perché al suo interno non ci sono parti mobili come dischi o testine di lettura/scrittura. Queste componenti, fondamentali per il funzionamento dei vecchi hard disk, sono state rimpiazzate da moduli di memoria NAND Flash che, pur avendo caratteristiche simili ai moduli di memoria impiegati per realizzare RAM; conservano i dati anche se non sono alimentati costantemente da energia elettrica (esattamente come le ordinarie unità a disco rigido).
Ciò fa sì che i dischi SSD siano più leggeri e compatti rispetto alla controparte magneto-meccanica, abbiano un'aspettativa di vita più lunga e, soprattutto, offrono prestazioni di lettura-scrittura di gran lunga superiori agli hard disk "normali". E, con i continui progressi tecnologici che si registrano anche in questo settore, gli SSD di ultimissima generazione sono ancora più veloci rispetto ai primissimi modelli arrivati sul mercato.
Nello schema ideato da von Neumann (ingegnere e informatico statunitense di origine ungherese, reso celebre dall'architettura informatica che porta il suo nome) gli hard disk rappresentano il collo di bottiglia dell'intero sistema informatico. La CPU e la RAM, per quanto possano essere veloci, dovranno "adattarsi" ai tempi di lettura e scrittura di un disco rigido magneto-meccanico: dati e informazioni con cui "lavorare", infatti, sono archiviati nelle sue celle di memoria e le altre componenti dovranno attendere che vengano recuperati (depositati) prima di poterli processare (procedere con gli altri calcoli).
Perché gli hard disk sono lenti? Diversi i fattori che incidono sulla velocità di funzionamento di questa componente hardware. Principalmente la lentezza è dovuta agli elementi meccanici che si trovano al suo interno e che sono responsabili del movimento dei dischi e delle testine di lettura e scrittura. Quando il processore deve accedere a delle informazioni conservate all'interno del disco rigido (o di salvarne di nuove in porzioni di memoria libere), la testina dovrà posizionarsi in corrispondenza delle celle di memoria che le contengono e attendere che i dischi magnetici, girando vorticosamente, si trovino nel "posto giusto". Questo processo, come si potrà facilmente immaginare, ha dei tempi morti difficilmente comprimibili che finiscono con il rallentare il funzionamento del computer nel suo insieme.
I dischi a stato solido, facendo affidamento su moduli di memoria NAND Flash, non hanno elementi in movimento e consentono di accedere molto più velocemente ai dati archiviati al loro interno. Un SSD, dunque, è diversi ordini di grandezza più veloce rispetto a un disco magneto-meccanico, consentendo così di allargare il collo di bottiglia creato invece dagli HDD.
Se vi chiedete come velocizzare un computer lento, la soluzione più immediata (e, per alcuni versi, più economica) è quella di acquistare un nuovo disco a stato solido e montarlo all'interno del vecchio computer. Come detto, che si tratti di un desktop o di un laptop poco importa: in entrambi i casi sarà possibile installare il disco SSD senza grossi problemi e godere così di un notevole miglioramento sul fronte delle prestazioni (specialmente all'avvio del PC).
Prima di acquistare il disco a stato solido, però, dovrete fare attenzione alla tipologia di connettore supportato dal vostro PC. La gran parte degli SSD è compatibile con connettori SATAII e SATAIII (gli stessi utilizzati dai dischi magneto-meccanici), ma è sempre più comune trovare SSD con attacchi PCI-express e M.2. Se pensate di migliorare le prestazioni di un vecchio PC, allora è consigliabile acquistare un SSD con attacco SATA: anche se leggermente meno performante rispetto agli altri due standard di connessione, è più comune e diffuso. Prima di procedere con l'acquisto, comunque, verificate se la scheda madre del computer abbia qualche attacco PCI-express o M.2 libero e, in caso affermativo, valutate l'acquisto di SSD con questa tipologia di attacchi. Una volta concluso l'acquisto, potrete passare alla sostituzione dell'hard disk con SSD.