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La storia della tecnologia Blu-ray

Dal 2006 in poi è stata protagonista di una guerra cruenta, vinta grazie alla PlayStation 3. Ecco la storia della tecnologia Blu-ray

I dischi Blu-ray sono supporti di memorizzazione ottica utilizzati principalmente per l'archiviazione di dati video e audio in alta definizione. Seppur esteriormente identici ai supporti di plastica utilizzati per realizzare CD e DVD (in tutti e tre i casi, il disco di materiale plastico è largo 12 centimetri e spesso poco più di un millimetro), i dischi Blu-ray rappresentano un grandissimo salto in avanti dal punto di vista tecnologico. Grazie all'utilizzo di nuovi formati di archiviazione e differenti tecnologie di scrittura, questi supporti possono contenere fino a 25 gigabyte su singolo strato di registrazione, ovvero l'equivalente di circa 35 CD e 6 DVD.

Alla base di questa rivoluzione l'utilizzo, per la lettura e la scrittura del disco, di un diodo laser di colore blu (da qui anche il nome della tecnologia e del disco). La lunghezza d'onda della luce blu, infatti, è minore rispetto a quella del rosso utilizzato nella lettura e scrittura di CD e DVD e permette di scrivere su “tracce” più strette, garantendo una maggiore densità di salvataggio.

 

 

Ad oggi il formato Blu-ray è supportato da oltre 180 società con interessi nel mondo dell'intrattenimento, della musica, del cinema, dell'informatica, dell'elettronica di consumo, dei videogame e altro. I film in Blu-ray sono ormai la norma e i titoli disponibili sono diverse decine di migliaia (nel 2010 erano poco più di 3.000).

La guerra dei formati

La strada che ha portato a questi risultati, però, è stata tutt'altro che priva di ostacoli. Prima che il formato Blu-ray potesse affermarsi come standard – prima sostanziale, poi effettivo – per film in alta definizione e film in 3D, si è resa necessaria una guerra truculenta, dove a scorrere non è stato il sangue ma fiumi e fiumi di denaro.

Da un lato della barricata Sony, ideatrice del formato Blu-ray, e dall'altro Toshiba, proponitrice del formato HD-DVD. Pur con le loro similarità, il Blu-ray e il suo competitor si differenziano sostanzialmente per la capacità di archiviazione (25 gigabyte il primo, 15 gigabyte il secondo) e per la maggiore velocità nella lettura e trasferimento dei dati del formato proposto da Sony. La guerra dei formati andò avanti per circa 2 anni (2006-2008), non senza che le due parti si scambiassero qualche colpo basso, ma alla fine fu ad appannaggio di Sony e del consorzio di società e case di produzione cinematografica che ne sostennero le ragioni.

 

 

A far pesare il piatto della bilancia a favore del formato Sony la decisione della casa nipponica di dotare la PlayStation 3 – lanciata nel novembre 2006 – di un lettore Blu-ray. Da quel momento in poi, lo HD-DVD non ebbe più alcuna possibilità di vittoria, tanto che nel primo trimestre 2009 Toshiba interruppe la produzione di lettori HD-DVD a favore dei Blu-ray.

La genesi

Questo, però, è solo il capitolo terminale di una storia decennale o quasi. Nel 2000 Sony e Pioneer presentarono i piani per lo sviluppo di un supporto di archiviazione – il DVR Blue – ad alta densità pensato per film e contenuti multimediali in alta definizione. Il primo prototipo venne presentato al CEATEC di quello stesso anno. Il progetto di sviluppo di un tale formato – con il nome di Blu-ray disc – venne ufficializzato il 19 febbraio 2002 e vedeva l'impegno, oltre che di Sony, di Hitachi, LG, Panasonic, Pioneer, Philips, Samsung, Sharp e Thomson, riunite nel consorzio Blu-ray disc Founders. Il primo lettore commerciale venne presentato nel primo trimestre 2003 ma non ebbe molta fortuna per svariati fattori, primi tra tutti il prezzo (3.800 dollari) e l'assenza quasi totale di contenuti da riprodurre.

La Blu-ray disc Association e il lancio del formato

Nell'ottobre 2004 il consorzio a favore della tecnologia Blu-ray cambiò nome e allargò i propri confini. I Founders divenirono Blu-ray disc Association e vide l'ingresso di altre quattro società, tra le quali la casa cinematografica 20th Century Fox. Da lì a qualche mese vennero ufficializzate le specifiche tecniche del formato e TDK – produttore olandese di supporti di archiviazione di massa – annunciò di aver svlluppato un polimero di plastica ultra-sottile e allo stesso tempo ultra-resistente ideale per la produzione di dischi Blu-ray.

 

 

Le specifiche tecnologiche del formato vennero messe a punto nei primissimi mesi de 2006 e in quello stesso anno ci fu il lancio dei primi film Blu-Ray. Il 20 giugno sbarcarono sul mercato “50 volte il primo appuntamento”, “Hitch”, “Il quinto elemento”, “La foresta dei pugni volanti”, “Twister”, “Underworld: Evolution” e “xXx”, tutti Sony. Qualche mese più tardi, come detto, il lancio della PS3 fece pendere definitivamente la bilancia a favore del formato Sony.

Sviluppi in corso

Anche se le specifiche sono ormai state definite da tempo, i produttori riuniti nella Blu-ray disc Association continuano a lavorare allo sviluppo del formato. Obiettivo principale: aumentarne ulteriormente la capacità di archiviazione. Al CES 2007, ad esempio, Riktek mostrò a pochi selezionatissimi intimi un disco a 10 strati capace di archiviare sino a 250 gigabyte; nel gennaio di quello stesso anno Hitachi lanciò un disco da 100 gigabyte, mentre nel dicembre 2008 Pioneer svelò un disco da 400 gigabyte – 16 strati – compatibile con tutti i lettori sul mercato in seguito ad un semplice aggiornamento firmware.

Oggi la sfida è rivolta alla creazione di supporti compatibili con il formato 4K (ultra alta definizione). Il 4 gennaio 2013 Andy Parson, presidente dell'Associazione Blu-ray disc, ha annunciato la creazione di una task force di esperti e ricercatori impegnati su questo fronte.

 

7 aprile 2014

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