Le prime previsioni, probabilmente, erano state un po' troppo ottimistiche. Era il 2013 e si riteneva, che da lì a un anno, l'anagrafe unica digitale sarebbe stata completata e pronta per essere utilizzata. Invece, nel 2014 (novembre 2014, a voler essere precisi) è arrivato "solamente" il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri (il DPCM n. 194 del 10 novembre 2014) con il quale si stabiliva una sorta di tabella di marcia e le modalità operative per l'attivazione di questa ulteriore tessera dell'Agenda Digitale italiana.
A tre anni esatti dall'approvazione del decreto ministeriale (giorno più, giorno meno), l'anagrafe unica digitale (o Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente, come è stata successivamente ribattezzata) resta un progetto molto interessante ma in una fase embrionale di sviluppo. Le operazioni per il subentro (il passaggio dai sistemi di gestione "particolare" utilizzati dalle varie amministrazioni locali al sistema unico nazionale) vanno a rilento e, sinora, sono solo quattro i comuni che hanno inserito i dati dei cittadini all'interno del database nazionale. È vero, tra i 200 che stanno testando i sistemi troviamo alcuni dei maggiori comuni italiani, ma ora sarà necessario rispettare a pieno le nuove tabelle di marcia.
Secondo quanto stabilito dal Commissario Diego Piacentini, tutti gli 8.000 comuni italiani dovranno completare le operazioni per il subentro non oltre il 31 dicembre 2018. Questa la nuova data limite che è stata stabilita per l'attivazione definitiva dell'ANPR: un ulteriore ritardo, infatti, andrebbe a rallentare la tabella di marcia che ci si è dati con altri obiettivi dell'Agenda Digitale italiana, primo tra tutti quello dell'adozione della carta d'identità elettronica.
L'anagrafe unica digitale è un'unica banca dati nazionale all'interno della quale confluiscono tutte le informazioni anagrafiche presenti, sino a oggi, all'interno dei singoli database anagrafici dei quasi 8.000 comuni italiani. Oltre ai dati anagrafici, l'ANPR contiene, come previsto dall'art. 62 del Codice delle Amministrazioni Digitali, l'archivio nazionale informatizzato dei registri di Stato civile e i dati delle liste di leva. A questa banca dati faranno riferimento tutti quegli enti e organizzazioni – non solo della Pubblica Amministrazione – che sono interessati alla gestione dei dati anagrafici della popolazione residente (compresi i residenti all'estero iscritti all'AIRE). Al progetto di realizzazione dell'anagrafe unica digitale partecipano, a vario titolo, le associazioni di categoria dei fornitori ICT di servizi demografici, Anusca (Associazione Nazionale Ufficiali di Stato Civile e d'Anagrafe), le PA maggiormente interessate a fruire dei dati contenuti in ANPR (Agenzia delle entrate, Ministero degli affari esteri, Inps, Inail, Motorizzazione Civile) e così via.
I motivi che hanno portato alla nascita del progetto ANPR sono vari. La necessità di armonizzare i sistemi di gestione dei registri anagrafici dei comuni italiani (che, allo stato attuale, utilizzano software realizzati da circa 40 differenti case sviluppatrici) e creare un unico database accessibile e utilizzabile senza grossi problemi da tutti gli enti o le organizzazioni che, per vari motivi, ne avessero la necessità. L'anagrafe unica digitale, infatti, metterà a disposizione dei Comuni e degli altri soggetti interessati ai dati anagrafici un sistema di gestione e controllo unico e unificato, grazie al quale sarà possibile lo scambio, puntuale e massivo, di dati e informazioni anagrafiche necessari ai sistemi locali per lo svolgimento delle loro funzioni.
I vantaggi dell'anagrafe unica digitale non saranno a solo appannaggio della Pubblica Amministrazione. Anche i cittadini potranno godere di una gestione più elastica ed "estesa" dei dati anagrafici.