Sette anni possono essere un'enormità, soprattutto quando si parla del mondo videoludico, un settore in continua evoluzione con dei ritmi difficili da sostenere. Ma sette anni possono essere anche il periodo giusto per sviluppare un grande gioco. E nel caso di The Witness, il nuovo lavoro di Jonathan Blow lanciato a fine gennaio 2016, ci si trova nella seconda situazione. Per una volta il videogame ha messo d'accordo la critica specializzata: The Witness è un piccolo (capo)lavoro di ingegneria videoludica, ogni elemento è al posto giusto e al giocatore non rimane che immergersi in un'esperienza che lo porterà a conoscere nuove sfaccettature della propria personalità.
The Witness si differenzia dalla maggior parte dei titoli presenti sul mercato mondiale fin dal gameplay: il gamer si troverà all'interno di un'isola e avrà la massima libertà di movimento, nessun tutorial (se non una brevissima spiegazione iniziale) e nessuna missione da compiere. L'unico obiettivo è risolvere gli enigmi per "sbloccare" rompicapo sempre più complicati. Ecco come si gioca a The Witness.
A sette dal primo annuncio e dopo essere apparso più e più volte all'interno delle convention dedicate al mondo dei videogiochi, The Witness ha fatto il suo esordio a fine gennaio 2016 negli store online. Disponibile per PC e PS4 (una versione per l'App Store è in fase di sviluppo e sarà rilasciata successivamente) fin da subito ha estasiato i gamers che si sono messi alla prova con i difficili rompicapo sviluppati da Thekla, la software house che ha curato sia lo sviluppo sia la distribuzione del videogame.
È complicato far rientrare The Witness all'interno di un genere videoludico: è un puzzle game ambientato in un sistema open world in cui il protagonista ha la massima libertà di movimento e di avventurarsi nei magici paesaggi del gioco. Il giocatore non ha una storia da seguire, nessuna "missione" da compiere, è lasciato solo al suo destino, quello di risolvere gli enigmi per sbloccare l'accesso alla montagna che sovrasta l'isola.
Chi è alla ricerca di un gameplay frenetico, di battaglie lunghe e attacchi rapidi ha sbagliato titolo: The Witness fa della calma il suo punto forte. Fin dai primi momenti è chiaro che il gioco non si rivolge a tutti, l'opera creata da Jonathan Blow ha tutte le caratteristiche di un titolo indipendente: The Witness è un videogame sviluppato per una nicchia di appassionati ben specifica e che cerca in tutti i modi di rendere difficile la vita del protagonista. Il giocatore si ritroverà catapultato all'interno di un'isola sperduta e dovrà percorrere un piccolo cunicolo prima di vedere le luci accecanti del sole: ad attenderlo solo un tutorial che spiegherà brevemente il funzionamento dei vari enigmi da risolvere lungo la strada verso la montagna.
Ogni parte dell'isola è caratterizzata da un'ambientazione diversa e da alcuni pannelli che sembrano collegare le varie zone: in realtà sono il fulcro principale del gioco. Su ogni pannello è presente un rompicapo: il giocatore dovrà tracciare una strada che colleghi il punto d'inizio a quello finale, facendo attenzione agli ostacoli e ai trabocchetti sviluppati da Thekla. Più si andrà avanti nella "storia" più i puzzle saranno complicati e aggiungeranno nuove sfide al gamer. Il paesaggio intorno ai pannelli svolge un ruolo importantissimo e potrà dare dei suggerimenti per riuscire a risolvere gli enigmi. Il gioco è formato da più di seicento puzzle e assicura, a detta di Jonathan Blow, più di ottanta ore di gioco.
Sebbene i puzzle siano il cuore del videogame, il giocatore può tranquillamente girovagare all'interno dell'isola alla ricerca di nuovi paesaggi e di anfratti nascosti. L'ambientazione è surreale, i colori degli alberi e della natura sono accesi, la pace regna in ogni parte dell'isola. The Witness vuol far riscoprire al giocatore l'essenza della vita e dare una risposta alle mille problematiche del mondo moderno.
La tranquillità del gioco, l'assenza di un qualsiasi sottofondo musicale (se non il fruscio del vento o i passi del protagonista sulla terra battuta) permettono di godere appieno di un'esperienza videoludica differente dalla solita monotonia degli FPS (First Person Shooter).