Sono ormai lontani i tempi in cui le stampanti 3D erano un prodotto di nicchia, dedicate solamente ai professionisti del settore. Con il calo dei prezzi, le stampanti 3D si sono imposte anche nel quotidiano di chi le utilizza per stampare oggetti per la propria casa e dedicarsi ai propri hobby.
C’è chi preferisce acquistare una delle tante disponibili sul mercato e chi decide di lanciarsi nella costruzione della propria stampante 3D, seguendo i tutorial e le istruzioni offerte dalla rete.
Non mancano neanche i progetti di crowdfunding, utili soprattutto per tentare nuove strade produttive anzitempo. Per poter scegliere la soluzione migliore, bisogna conoscere le caratteristiche da tenere in considerazione per trovare la stampante 3D più adatta alle proprie esigenze.
Le modalità con cui gli oggetti vengono effettivamente stampati costituisce uno dei maggiori elementi distintivi delle stampanti 3D.
La gran parte dei modelli realizza gli oggetti sovrapponendo strati di materiale plastico fuso; le più avanzate e costose utilizzano resine fotosensibili e laser per darvi forme; altre ancora polvere di materiale plastico successivamente fusa ad alte temperature.
Utilizzando modelli 3D appropriati, una stampante 3D può essere utilizzata per costruire in casa i giocattoli del bimbo, o bigiotteria di ottima fattura. O, ancora, segnaposto personalizzati per la festa del 18° compleanno o per il matrimoni. Oppure dare sfogo alla propria fantasia e realizzare oggetti a caso.
Rappresenta la superficie massima occupabile dall'oggetto da stampare. Solitamente misurata nelle tre dimensioni (XYZ, come i nomi degli assi cartesiani corrispondenti), oggi gran parte delle stampanti 3D ha aree di stampa di almeno 15 centimetri cubici. Spazio non grandissimo ma sufficiente a realizzare gran parte degli oggetti che possono essere prodotti da dispositivi domestici.
L'estrusore è l'alter ego della testina delle stampanti bidimensionali. È l'estrusore che fonde il materiale plastico e lo dispone strato su strato per dare forma all'oggetto da stampare. La grandezza dell'ugello dell'estrusore determina, quindi, la grandezza degli strati e la precisione di stampa del dispositivo.
Gran parte delle stampanti commerciali oggi disponibili utilizza delle bobine di materiale plastico (ABS, Acrilonitrile butadiene stirene; e PLA, acido polilattico) realizzata con un filamento da 1,75 millimetri. Disponibili, comunque, anche bobine con filamento da 3 millimetri. Da sottolineare che il filamento non ha nulla a che vedere con la grandezza dello strato, dipendente (come detto) dall'estrusore.
Questo parametro definisce la velocità con cui il motorino elettrico della stampante 3D muove l'estrusore sul piano di lavoro. La velocità di stampa può essere pesantemente influenzata dal tipo di materiale utilizzato e dalla complessità del modello da realizzare. In media, comunque, non deve essere inferiore ai 20 millimetri per minuto.
La risoluzione orizzontale di una stampante 3D indica il movimento minimo che l'estrusore può compiere e, di conseguenza, il livello minimo di dettaglio raggiungibile. Per ottenere oggetti di fattura pregevole, è necessario che la risoluzione orizzontale sia di almeno 0,03 millimetri (ovvero, un “pixel” di materiale plastico depositato ogni 0,03 millimetri).
Indica l'ampiezza minima di ogni strato di materiale depositato dall'estrusore. Maggiore sarà la risoluzione, meno definiti gli oggetti prodotti. Non sempre un valore più basso della risoluzione verticale si traduce in una qualità migliore di stampa. Infatti, se la maggior parte delle proposte sul mercato può tranquillamente compiere il proprio lavoro con questo dato impostato a 200 micron, e una parte è in grado addirittura di raggiungere i 100 micron, ci sono altri fattori che influiscono in maniera determinante sul risultato.
In alcuni casi, a “impedire” di raggiungere livelli più alti di accuratezza sono le impostazioni di base, che l’utente potrebbe modificare sperando di ottenere un risultato migliore.
Non sempre ciò ripaga: meglio effettuare un tentativo prima di ritrovarsi nel bel mezzo di una stampa con un progetto di bassa qualità. Inoltre, maggior qualità significa anche tempi più lunghi di stampa. Un compromesso che per i professionisti può rivelarsi essenziale ma che, per gli amatori, potrebbe voler dire ore in più di lavoro, oltre che consumi decisamente più elevati di quelli previsti per una stampante 3D meno precisa, e anche meno cara.
C’è poi la questione del materiale: il PLA è il migliore per l’uso casalingo. A basso impatto ecologico, dal prezzo contenuto e adatto a realizzare progetti senza particolari caratteristiche di stampo professionale o di resistenza a grande stress. Ultimo fattore, ma importante, è la qualità: sebbene non tutti abbiano bisogno di prodotti dalla precisione millimetrica (i più cari disponibili), non bisognerebbe comunque rinunciarvi del tutto. Si potrà optare per il miglior compromesso tra prezzo contenuto, capacità realizzativa medio-alta ed estrusori dalle dimensioni ridotte.