Del codec AV1 si è iniziato a parlare in maniera più insistente nel momento in cui Netflix ha annunciato, nella prima parte di novembre, l'avvio delle prime trasmissioni con codec AV1. Per capire come la tecnologia può migliorare lo streaming video - e in parte lo sta già facendo adesso - bisogna prima affrontare qualche banale nozione. È importante ad esempio conoscere cos'è un codec e come influenza i parametri delle trasmissioni in streaming, ma niente paura: è tutto molto semplice.
In altre parole, migliore è la compressione dell'encoder sul contenuto originale, tanto più rapido sarà l'invio all'utilizzatore finale, quindi allo spettatore.
Cos'è il secondo componente del codec, ossia il decoder, è intuitivo. È quell'elemento che sul dispositivo dello spettatore - sia esso una TV, uno smartphone, un tablet, un PC o qualsiasi altro prodotto che può riprodurre un filmato - riceve il contenuto codificato, lo legge, e possiede le "chiavi" per trasformarlo nuovamente in un video. Di conseguenza la compatibilità tra decoder e l'encoder è imprescindibile per far sì che il file sia visibile allo spettatore, ed entrambi i componenti - encoder a monte, e decoder a valle - sono necessari per far sì che la trasmissione vada a buon fine e affinché il contenuto in streaming "si veda". Per ulteriori informazioni sui codec potete fare riferimento al nostro approfondimento.
Secondo delle dichiarazioni di alcuni addetti ai lavori, a parità di qualità il codec AV1 riesce a ridurre del 60% le risorse impiegate in senso lato rispetto al codec H.264, quindi non solo in termini di "peso" del filmato da caricare e da scaricare su/da internet da sorgente video e consumatore, ma anche in termini di sostenibilità ambientale dello streaming video, un tema - per fortuna - sempre più importante oggigiorno.
Di conseguenza, potenzialmente, il risparmio del codec open source AV1 potrebbe far calare i prezzi degli abbonamenti ai servizi di streaming video.
Oltre a quello sul prezzo, gli spettatori avrebbero un beneficio innegabile: un codec capace di comprimere in misura maggiore il film, la serie TV o l'evento trasmesso in diretta determinerebbe un "peso" inferiore in termini di MB o GB, e questo aspetto produce almeno due vantaggi. Il primo: sarebbe più semplice per una connessione ad internet non particolarmente performante (quelle non in fibra, o l'hotspot Wi-Fi da rete mobile) riuscire a riprodurre un contenuto di qualità. In altre parole, un'adozione massiccia del codec AV1 determinerebbe minori interruzioni durante la riproduzione del contenuto o in alternativa una qualità migliore.
Il secondo vantaggio di una dimensione inferiore è legato al pianeta. Una quantità minore di dati trasmessi via internet impiega in misura inferiore i computer sparsi per il mondo che "tengono in piedi" la connessione stessa, quindi calerebbe la quantità di energia necessaria a tenerli in funzione e di conseguenza le emissioni di inquinanti che avvelenano la Terra. Maggiore è la diffusione dei servizi di streaming video che impegnano le connessioni a internet, più alta è la necessità di rendere la trasmissione degli stessi il più possibile efficiente, dunque il codec AV1 potrebbe avere un ruolo centrale in questa rivoluzione, che sarebbe positiva anche per il pianeta.
Di recente Netflix ha iniziato a utilizzare il codec AV1 anche sulle Smart TV compatibili e sulle PlayStation 4 Pro. Tra le chiavette Smart di Amazon, al momento l'unica su cui Netflix trasmette in AV1 i contenuti già condivisi è la recente Amazon Fire TV Stick 4K Max. Non tutti i contenuti della piattaforma di streaming video impiegano però il nuovo codec: il catalogo è vastissimo e servirà tempo per convertirlo tutto.