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Cos'è il processo civile telematico e come funziona

Necessario per ridurre i tempi dei processi civili, si compone di diversi strumenti informatici

Processo civile telematico

Quello della durata dei processi, siano essi civili o penali, è uno dei talloni d'Achille del “Sistema-Italia”. Secondo molti analisti, infatti, gli investimenti stranieri nel nostro Paese sono frenati dalla proverbiale lentezza del sistema giudiziario e dall'incertezza della pena. Un problema cui si sta tentando di porre rimedio con la digitalizzazione di alcune fasi dei procedimenti della giustizia civile: è il cosiddetto processo civile telematico (spesso e volentieri abbreviato con l'acronimo PCT), parte integrante del piano di e-Government e dell'Agenda Digitale predisposti dal Governo italiano.

Cos'è il processo civile telematico

Alla base del PCT troviamo una serie di misure ideate per favorire la digitalizzazione di alcune pratiche dei processi civili solitamente realizzate in forma cartacea. Attualmente per processo civile telematico si intende la consultazione online del fascicolo processuale e il deposito virtuale di atti relativi al procedimento, scambio di comunicazioni con gli uffici giudiziari in forma digitale e il pagamento del contributo unico in Rete.

Affinché un avvocato possa depositare degli atti relativi al proprio procedimento processuale, deve redigere gli atti seguendo specifiche tecniche molto stringenti e “spedire” il tutto tramite un'apposita “busta elettronica” firmata digitalmente. Affinché ciò sia possibile, tutte le parti in causa (tanto gli avvocati, quanto le cancellerie dei tribunali) devono dotarsi di strumenti informatici adeguati.

 

PCT

 

La cronistoria

La fase di sperimentazione del processo civile telematico doveva prendere il via nel 2004 in sette città-pilota (Roma, Milano, Napoli, Catania, Padova, Padova, Genova e Bergamo), ma per vari problemi è stato rimandato sino alla fine del 2006, quando il Tribunale Civile di Milano inizia per primo la sperimentazione. I test portati avanti nei primi mesi del 2007 sul software sviluppato a cavallo tra il 2003 e il 2004 evidenziano gravi problematiche e bug relativi alle regole per la redazione degli atti e agli strumenti ideati per la redazione degli atti stessi. Si inizia così a lavorare su una nuova versione del software, che arriva solamente a fine 2008.

Dopo l'attivazione presso il Tribunale di Milano, il processo civile telematico è avviato anche a Catania, Napoli, Padova Genova (2008), molte città della Lombardia (metà 2009), alcune città del Veneto, Torino e Biella (seconda metà del 2009, inizio 2010). Da qui la digitalizzazione degli atti processuali si diffonde a macchia d'olio su tutta la Penisola, sino a diventare obbligatoria per tutto il sistema della giustizia civile a partire dal 1 luglio 2014.

 

Giustizia civile

 

La strumentazione necessaria

Il processo civile telematico, come accennato, richiede che i professioni della giustizia civile si dotino di alcuni strumenti informatici indispensabili per comunicare con gli uffici, depositare e consultare gli atti.

  • Indirizzo di Posta elettronica certificata (PEC). Le comunicazioni tra avvocati e cancellerie dei tribunali si dovranno svolgere per mezzo della Posta elettronica certificata, un sistema di comunicazione simile alla normale posta elettronica, ma che consente di inviare messaggi con lo stesso valore di una raccomandata postale con ricevuta di ritorno

  • Firma digitale. Tutti i documenti scambiati tra l'autorità giudiziaria e gli avvocati (come ad esempio gli atti processuali) devono essere firmati digitalmente. La firma digitale è un certificato che serve a sottoscrivere un documento e assumersene la “paternità”. Solitamente la firma digitale è contenuto in un supporto definito token (una smartcard o una pennetta USB)

  • Redattore atti. Gli atti processuali da inviare telematicamente, come accennato, devono essere redatti seguendo delle specifiche ben precise. Per aiutare gli avvocati nella stesura dei documenti sono stati sviluppati software ad hoc per la creazione della cosiddetta “busta telematica” per il deposito degli atti del procedimento. Molti redattori di atti sono disponibili gratuitamente, l'elenco completo è disponibile sul sito del Ministero

  • Punto di accesso. Affinché gli avvocati possano usufruire dei servizi del processo civile telematico, è necessario che mantengano rapporti con il Punto di Accesso, struttura tecnico-organizzativa dipendente dal Ministero della Giustizia. Per accedere ai servizi è necessario essere titolari di un certificato di autenticazione

A cura di Cultur-e
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