
Nonostante il numero sia ben al di sopra della media europea (28%), in Italia la produzione e l'utilizzo dei software pirata è calato, dal 2013 al 2015, del 2%, arrivando a quota 45% del totale.
Il dato arriva dall'ultimo Global Survey della Business Software Alliance (Bsa), l'alleanza mondiale dei produttori di software. "Si tratta di un risultato che ci fa molto piacere in quanto premia il lavoro svolto da BSA nel Paese in questi anni", ha commentatp Paolo Valcher, presidente del comitato italiano di BSA. Soprattutto se si pensa che nel 2010 più di una coppia su due di software nello Stivale era illegale.
Rimane comunque il fatto che "per una nazione evoluta e moderna quale l'Italia un tasso di illegalità del 45% è un dato inaccettabile, oltre che un freno in più alla ripresa della nostra economia e dell'occupazione qualificata", ha aggiunto Valcher.
A guidare la speciale classifica della pirateria informatica è l'Asia Pacifica, con il 61%. Seguono l'Europa centro-orientale (58%) e l'Africa-Medio Oriente (57%). Il primato per il tasso di software illegale più basso è del Nord America con il 17%.
25 maggio 2016