
Indebolire i sistemi di crittografia danneggerebbe non solo la sicurezza informatica ma anche l'economia e i diritti umani tanto negli Stati Uniti quanto all'estero. Con questa motivazione i big della tecnologia, tra i qui Google e Facebook, insieme a esperti di sicurezza informatica e organizzazioni per la difesa di diritti civili hanno inviato al presidente Barack Obama una lettera con un appello a non modificare le regole sulla crittografia delle comunicazioni online.
Unanime la richiesta pubblicata online dal quotidiano Washington Post: "rifiutare ogni tipo di proposta che indebolisca la sicurezza dei prodotti delle compagnie Usa". Sistemi che esistono da tempo ma hanno conosciuto una nuova vita con il Datagate. "La crittografia - si legge - protegge quotidianamente miliardi di persone da un numero infinito di minacce, dai criminali di strada che tentano di rubare telefoni e computer portatili a quelli informatici, dalle spie industriali che cercano di ottenere dati riservati ai governi repressivi che cercano di soffocare il dissenso, alle agenzie di intelligence straniere che cercano di compromettere la nostra sicurezza nazionale o quella dei nostri alleati".
I sistemi per la crittografia permettono di navigare online e scambiare comunicazioni proteggendosi da intrusioni esterne ma, dopo il caso Datagate hanno guadagnato nuova popolarità. Molte compagnie hanno provveduto a criptare le comunicazioni dei loro utenti, attirandosi però le critiche del governo Usa preoccupati che l'alto livello di protezione dei dati possa impedire lo svolgimento delle indagini.
La Casa Bianca starebbe vagliando se introdurre forme di crittografia che lascino al governo uno spazio per l'eventuale monitoraggio di alcune comunicazioni. Di qui la "protesta"
epistolare di oltre 140 soggetti tra compagnie – tra cui Twitter, Microsoft, Apple, Yahoo!. Tra gli esperti ha sottoscritto l'appello anche Whitfield Diffie, coinventore del sistema di crittografia comunemente usato oggi su Internet.
20 maggio 2015