
Attualmente c'è una grande differenza nell'utilizzo delle app di Google Translate su iOS e Android online e offline. Quando è possibile collegarsi a Internet le traduzioni sono di gran lunga migliori rispetto a quando sono offline.
Questo succede perché le traduzioni offline funzionano su un sistema di frasi, il che significa che usano una tecnica di traduzione automatica più vecchia rispetto ai sistemi basati sul machine learning nel Cloud a cui l'app ha accesso quando è online. Tutto questo cambierà, infatti Google sta implementando il supporto Neural Machine Translation (NMT) offline per 59 lingue nella sua app Translate.
Ad oggi solo un piccolo numero di utenti vi avrà accesso, ma verrà distribuito a tutti gli utenti nelle prossime settimane.
Di seguito l'elenco delle lingue supportate:
afrikaans, albanese, arabo, bielorusso, bengalese, bulgaro, catalano, cinese, croato, ceco, danese, olandese, inglese, esperanto, estone, filippino, finlandese, francese, galiziano, georgiano, tedesco, greco, gujarati, haitiano, creolo, ebraico, hindi, ungherese, islandese, indonesiano, irlandese, italiano, giapponese, jannada, coreano, lettone, lituano, macedone, malese, maltese, marathi, norvegese, Persiano, polacco, portoghese, rumeno, russo, slovacco, sloveno, spagnolo, swahili, svedese, tamil, telugu, thailandese, turco, ucraino, urdu, vietnamita e gallese.
In passato la questione non si sarebbe nemmeno presentata, in quanto i telefoni cellulari non avevano l'hardware giusto per questi modelli di apprendimento approfondito. Adesso invece grazie ai progressi in campo di hardware e software, questo non è più un problema e Google, Microsoft e altri hanno trovato anche il modo di comprimere questi modelli a una dimensione gestibile.
Il pacchetto, che va scaricato preventivamente, nel caso di Google ha una dimensione di 30-40 megabyte per lingua.
È giusto sottolineare che anche Microsoft ha annunciato una funzionalità simile per la sua app Translator che usa una tecnica molto simile, ma per ora supporta solo una dozzina di lingue.
13 giugno 2018
Fonte: techcrunch.com