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Google, tutti i progetti per il futuro

Google sta lavorando a molti progetti per il futuro: dagli occhiali smart, passando per i tatuaggi temporanei fino ad arrivare agli smartwatch ibridi

tatuaggi smart

Google è famosa per lanciare idee e progetti che poi spesso non portano a grandi risultati. Sembrerebbe uno spreco di tempo e denaro, ma non è sempre così: molto spesso da un progetto fallito ne nasce uno di successo anche molto differente, che ha preso quel poco di buono che c'era nel progetto sbagliato. Oppure che parte proprio da presupposti diversi, traendo insegnamento dai precedenti errori. Questi esperimenti e tentativi vengono di solito portati avanti da Google Research, la divisione del gigante della ricerca che ha maggiori contatti con il mondo accademico e che si concentra su scoperte tecniche.

Dentro Google Research c'è l'Interaction Lab, che è stato creato all'interno della divisione hardware di Google nel 2015 e che è guidato da Alex Olwal, un ricercatore senior di Google che aveva precedentemente lavorato in Google X, il ramo semi segreto di Google dove si sviluppano i progetti più visionari. L'obiettivo dell'Interaction Lab è quello di espandere le "capacità di Google nella prototipazione rapida di hardware, di concept, di dispositivi indossabili e di tecnologia di interfaccia", ma nella pratica i progetti portati avanti sembrano più degli esperimenti scientifici che dei futuri prodotti. Ma nel loro insieme tutti questi progetti apparentemente strani ci fanno capire cosa ha in mente Google in fatto di device wearable. Ecco qualche esempio.

1D Eyewear

Il progetto 1D Eyewear dell'Interaction Lab, sembra progettato per superare i motivi per i quali i Google Glass hanno fallito: l'obiettivo è creare un dispositivo abbastanza minimalista da poter essere comunque elegante e indossato in ogni occasione, mentre gli occhiali smart avevano un design decisamente nerd e poco attraente. Anche le funzionalità disponibili, però, sono nettamente inferiori. In pratica si tratta di occhiali, da accoppiare ad uno smartphone, che proiettano ologrammi verso l'occhio di chi li indossa.

Gli ologrammi possono essere 16 in totale e sono proiettati tramite raggi laser. Le immagini mostrate sono delle semplici icone, come un telefono o l'altoparlante che indica il controllo del volume. Questi occhiali, quindi, possono principalmente avvertirci dell'arrivo di una notifica. Ma anche essere usati insieme ad un navigatore in tempo reale, per indicarci quando dobbiamo girare a destra o sinistra.

Grabity

Grabity è uno strano aggeggio da impugnare con le mani, il cui scopo è quello di farci sentire il peso degli oggetti con cui interagiamo nelle sessioni di realtà virtuale. Ci sono anche delle superfici con feedback aptico da toccare, che ci fanno percepire la superficie degli oggetti virtuali. Molto probabilmente si tratta di un progetto intermedio, che verrà poi sviluppato all'interno di un controller per la realtà virtuale più complesso e dal design più tradizionale.

SkinMarks

Il progetto Google SkinMarks, sviluppato con l'università tedesca di Saarland, mira a trasformare la nostra pelle in una superficie di controllo per device smart grazie a dei tatuaggi temporanei da applicare dove preferiamo. I tatuaggi includono dei sensori, che possono percepire azioni come lo sfregamento, uno swipe o se stringiamo con le dita la parte di pelle tatuata. La cosa interessante è che le persone hanno un'idea molto ben precisa delle dimensioni e della superficie del proprio corpo, quindi è possibile usare questi tatuaggi smart senza realmente guardarli.

SmartSleeve e StretchEBand

Gli stessi principi di SkinMarks sono applicati a SmartSleeve e a StretchEBand. La prima è una manica di tessuto smart, simile ad una gomitiera da sport, che va applicata al braccio. La seconda è invece una fascetta elastica che può essere applicata al polso, alla caviglia o degli oggetti. Entrambi i device indossabili sono dotati di sensori che riescono a leggere i gesti dell'utente: il tocco di un punto, la pinzata con due dita, se li stringiamo o tiriamo. Anche in questo caso lo scopo è lo stesso: usare questi dispositivi per captare le gesture dell'utente e trasferirle allo smartphone o ad un altro device mobile da controllare, senza bisogno di guardare il dispositivo.

Smartwatch ibrido

Infine Google sta lavorando ad una sorta di smartwatch ibrido, mezzo analogico e mezzo digitale. Apparentemente è un orologio classico analogico al 100%, ma dietro le lancette c'è uno schermo di "carta elettronica" (cioè lo stesso sistema e-ink usato negli ebook reader), che può essere controllato dallo smartphone non solo per inviare messaggi e notifiche all'orologio, ma anche per usare i comandi analogici per gestire le funzioni digitali. L'orologio smart ibrido, ad esempio, può chiedere all'utente se rispondere ad un SMS proiettando sul display tre opzioni: archivia il messaggio, rispondi o cancella. L'utente può scegliere la risposta (e quindi il comando) agendo sulle corone dell'orologio, che spostano le lancette sull'opzione scelta.

A cura di Cultur-e
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