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Che cos'è il transumanesimo e le prospettive per il futuro

Antenne per sentire i colori, protesi magnetiche e occhi che sono delle videocamere, ecco come in futuro potremmo diventare dei cyborg applicando le nuove tecnologie al nostro corpo

Un cyborg

In futuro saremo tutti cyborg, metà uomo e metà macchina. Questo, almeno, quello che sostengono (e sperano) i sostenitori del movimento del transumanesimo, nuova tendenza culturale che negli ultimi anni sta facendo breccia nel cuore di moltissime persone. E non solo appassionati di film di fantascienza o geek incurabili, come si potrebbe credere. La cibernetica, infatti, sembra garantire molti vantaggi che permetterebbero di correggere qualche piccolo "difettuccio" della specie umana. Ma vediamo nel dettaglio che cos'è il transumanesimo e quali le prospettive per il futuro.

Che cos'è il transumanesimo

Il transumanesimo è un movimento culturale in forte crescita che sostiene l'uso delle scoperte scientifiche e tecnologiche per aumentare le capacità fisiche e cognitive dell'uomo con lo scopo di migliorare diversi aspetti della condizione umana. In particolare, quelli che sono considerati come poco desiderabili, come per esempio una malattia o l'invecchiamento. Ma il transumanesimo considera l'applicazione di nuove tecnologie al corpo umano anche per aumentare le capacità mentali o fisiche degli individui.

In futuro dunque potremo tutti essere come Andrew, il protagonista del film L'Uomo Bicentenario interpretato dal Robin Williams. Dei cyborg con abilita e forza sovraumane ma con sentimenti e legami tipici degli esseri viventi. Scherzi a parte, negli ultimi anni la cibernetica ha fatto passi da gigante e, a prescindere dal concetto di transumanesimo, le nuove tecnologie applicate al corpo umano hanno portato a dei concreti vantaggi per la vita delle persone. Pensiamo per esempio a protesi e arti artificiali sempre più efficienti, solo per fare un esempio.

La sfida del futuro per il body hacking, o transumanesimo che dir si voglia, non sarà tanto legata a uno sviluppo sempre più importante e innovativo delle tecnologie applicabili al corpo umano ma dovrà superare la normale diffidenza da parte delle persone. Convincere una persona ad avere una parte robotica del proprio corpo non sarà semplice, basti pensare che ancora alcune persone trovano difficoltà ad indossare semplici occhiali o apparecchi acustici.

La storia di Rob Spence, il primo "Eyeborg"

Le storie delle prime persone che si sono affidate al body hacking per migliorare una propria condizione fisica però potrebbe aiutare ad avvicinare la maggior parte delle persone ai concetti del transumanesimo. Storie come quella di Rob Spence, un 45enne statunitense che a 9 anni rimase gravemente ferito a un occhio a causa di un incidente con un fucile.

 

 

A 34 anni, su ordine del proprio medico, Rob si è dovuto sottoporre a un lungo intervento chirurgico per la rimozione del proprio occhio. Fu allora che Rob decise di intraprendere un percorso di body hacking per diventare il primo Eyeborg al mondo. In pratica Rob Spence ha un occhio robotico al posto di quello umano. L'occhio da cyborg di Rob Spence non lo aiuta a vedere come un normale occhio ma grazie a dei sensori riceve delle informazioni su prossimità, luminosità e così via. Inoltre l'occhio da cyborg può anche essere usato per scattare delle foto o registrare dei video.

Neil Harbisson, l'uomo con un'antenna in testa

 

Neil Harbisson

 

Molto particolare anche la storia di Neil Harbisson. Si tratta di un ragazzo nato con una gravissima e molto rara forma di daltonismo. Dopo anni di cure senza un esito positivo Neil si è sottoposto a un test di body hacking e utilizza una piccola antenna applicata sopra il suo cranio. A prima vista sembra la lanterna che usano i pesci abissali eppure si tratta di uno strumento all'avanguardia che emette dei suoni, o meglio delle lettere, in base ai colori che Neil sta osservando. Per esempio, se il ragazzo guarda un oggetto di colore blu l'antenna sulla sua testa emette il suono della consonante C. In pratica si tratta di un'antenna per riuscire a "sentire" i colori.

I problemi del transumanesimo

Le storie di Neil e di Rob, così come quelle di altre 60 persone che si sono affidate alle cure del transumanesimo, sono raccolte nel progetto Transhuman. Un libro, che presto diventerà anche un documentario, realizzato dal fotografo David Vintiner e dal direttore creativo Gem Fletcher. Lo scopo del progetto non è solo quello di avvicinare le persone al body hacking e capire come, e se, la vita degli uomini che hanno applicato delle nuove tecnologie sul proprio corpo è migliorata, ma anche di affrontare temi etici come la privacy.

 

Rob Spence, Mr eyeborg

 

Ad esempio, la fotocamera applicata sull'occhio da cyborg di Rob Spence non è una diretta violazione della privacy per tutte le persone che l'uomo potrebbe riprendere inconsciamente durante una giornata? Ma il problema del transumanesimo potrebbe anche essere legato al fenomeno crescente degli attacchi informatici. Alcune tecnologie applicate al corpo delle persone potrebbero essere prese di mira e manomesse da hacker e cyber criminali. Non solo per rubare informazioni personali della vittima ma anche per sfruttare le parti bioniche degli "uomini cyborg" per fare attentati o nuocere alla salute stessa della persona scelta come bersaglio.

Quando si parla del transumanesimo va infine affrontato il discorso legato all'utilità del body hacking oppure alla semplice sperimentazione. All'interno del progetto Transhuman infatti è stata raccolta la testimonianza di Rin Räuber, una trentatreenne, che ha deciso applicare delle protesi magnetiche nelle proprie mani (una sotto la punta della mano destra e un'altra sul bordo della mano sinistra). Il motivo? Raccogliere anche a distanza posate, oggetti metallici o mazzi chiavi, ma anche per sentire la forza dei campi elettromagnetici quando si avvicina con la mano vicino a un microonde. Per il suo sviluppo futuro e di massa il transumanesimo dovrà porsi delle regole etiche: fino a dove può spingersi una persona nella modifica del proprio corpo utilizzando le nuove tecnologie? È possibile che in futuro anche i governi arriveranno a stabilire delle leggi per regolamentare il body hacking, anche perché il rischio di andare ad intaccare la privacy, la libertà e la sicurezza altrui applicando protesi, sensori, antenne e quant'altro sul proprio corpo è alto, fino ad allora però ci sarà libero spazio per la sperimentazione.

 

16 giugno 2018

A cura di Cultur-e
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