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Cos'è e come funziona la tecnologia Quick Charge

Aumentando leggermente l'intensità elettrica, permette di ridurre del 75% circa i tempi necessari a ricaricare la batteria

Sotto carica

La durata della batteria è, notoriamente, tra i maggiori problemi che affliggono smartphone, tablet e tutti gli altri dispositivi mobili oggi in commercio. Nonostante tutte le tecniche, i trucchi e tutti i consigli che è possibile leggere e seguire, difficilmente una batteria riuscirà a sopravvivere un'intera giornata se avrà "a che fare" con un utente particolarmente esigente. In attesa che la tecnologia mantenga le promesse e vengano messe in produzione batterie capaci di durare diversi giorni, l'unica soluzione è mettere in campo delle tecnologie che permettano di ridurre al minimo (o eliminare quasi del tutto) i tempi necessari per la ricarica.

La statunitense Qualcomm, famosa per essere il principale produttore di SoC al mondo, è in prima fila anche in questo filone di ricerca. Anzi, da tempo ha dotato i propri system-on-a-chip di una tecnologia – chiamata Quick Charge, "ricarica veloce" in italiano – in grado di dimezzare i tempi necessari ad effettuare una ricarica completa della batteria di uno smartphone.

 

 

Come funziona la ricarica della batteria

La batteria di uno smartphone, per ricaricarsi, immagazzina l'energia elettrica in arrivo da una determinata fonte "filtrata" per mezzo dell'alimentatore. Nel caso in cui si allentassero le "maglie" del filtro e si permettesse il passaggio di energia elettrica con maggior potenza (e quindi maggior watt), si potrebbe ricaricare la batteria in un lasso di tempo minore. Questa operazione, però, non è esente da rischi: un wattaggio troppo elevato potrebbe stressare più del dovuto i circuiti elettrici del dispositivo e comprometterne il corretto funzionamento. Per questo dispositivi mobili come smartphone e tablet sono dotati di circuiti regolatori che impediscono l'assorbimento di correnti elettriche dal wattaggio troppo elevato.

Cos'è e come funziona Quick Charge

La tecnologia Quick Charge – introdotta con il SoC Snapdragon 600 nella prima parte del 2013 – permette di ricaricare più in fretta la batteria dello smartphone agendo su amperaggio e voltaggio del caricabatteria, così da aumentare la capacità di "assorbimento" della batteria stessa.

La tecnologia Quick Charge massimizza l'efficienza di ricarica, elevando il limite massimo di potenza che può essere "assorbita" senza che i circuiti interni ne risentano. Ciò è reso possibile aumentando l'amperaggio della corrente in ingresso (ovvero l'intensità del flusso di corrente) entro limiti sostenibili dai componenti interni del dispositivo (SoC in primis). In questo  modo diminuiscono sensibilmente i tempi necessari a ricaricare la batteria del telefonino o di qualunque altro dispositivo mobile dotato di tecnologia Quick Charge.

 

Tabella comparativa della tecnologia Quick Charge

 

La Quick Charge 1.0 aumenta il massimo assorbimento di corrente fino a 2.0 Ampere (sempre a 5 Volt), mentre la Quick Charge 2.0 (introdotta nel 2014 e disponibile nei SoC Qualcomm Snapdragon 200, 400, 410, 615, 800, 801, 805 e 810) porta l'intensità di corrente a un massimo di 3 Ampere, mentre la tensione di ricarica può essere di 5 Volt, 9 Volt o 12 Volt. In questo modo, la potenza massima "assorbibile" dal sistema è di 36 Watt (Watt = Ampere * Volt): la potenza erogata in fase di ricarica, però, varia a seconda della situazione e del dispositivo che si sta ricaricando (per gli smartphone, ad esempio, il limite è di 15 Watt) e la fase di ricarica in corso.

 

Ricarica veloce

 

Quick Charge 3.0

Con il lancio del SoC Qualcomm Snapdragon 820, la casa produttrice statunitense introduce anche la nuova tecnologia di ricarica veloce. Quick Charge 3.0 si distingue dai suoi predecessori per diversi aspetti, primo fra tutti una maggiore "flessibilità" a livello di tensione di corrente utilizzata in fase di ricarica. Con la nuova tecnologia, che dovrebbe sbarcare sul mercato nel primo semestre 2016, i dispositivi mobili saranno in grado di sfruttare un più ampio range di tensioni di ricarica: si parte da un minimo di 3,6 Volt per arrivare a un massimo di 20 Volt con incrementi di 0,2 Volt (o 200 mV).

 

 

A gestire "il traffico" di corrente sarà l'Intelligent Negotiation for Optimum Voltage (abbreviato in INOV), un algoritmo capace di determinare il livello di potenza ottimale in ogni fase di ricarica e massimizzare l'efficienza. Con Quick Charge 3.0 l'utente potrà ricaricare un telefono da 0 a 80% in circa 35 minuti: un terzo rispetto ai tempi di ricarica di un dispositivo mobile senza tecnologia Quick Charge.

Grazie a INOV e altri miglioramenti tecnici, Quick Charge 3.0 migliora l'efficienza di ricarica del 38% rispetto alla generazione precedente, implementando funzionalità che aiutano a preservare l'integrità strutturale della batteria. La tecnologia Quick Charge 3.0 sarà disponibile nei dispositivi che montano SoC Snapdragon 620, 618, 617 e 430 (oltre al già citato Snapdragon 820).

Caricabatterie ad hoc

 

Caricabatteria Quick Charge

 

Avere uno smartphone compatibile con la nuova tecnologia di ricarica Qualcomm, però, potrebbe non essere sufficiente a garantire tempi di ricarica più brevi. La gran parte dei caricabatterie oggi in commercio è in grado di erogare corrente con un'intensità di 1 Ampere o 2 Ampere: troppo poco per gli "standard" tecnologici stabiliti da Qualcomm. Per questo motivo si dovrà andare alla ricerca di un caricabatterie capace di erogare corrente a 3 Ampere di intensità, in modo che la potenza risultante sia superiore a quella erogata da un alimentatore normale.

Nessun brand

Ciò non vuol dire, naturalmente, che si dovrà cambiare caricabatterie nel caso in cui si decida di acquistare un nuovo smartphone prodotto da un altro brand. La tecnologa Quick Charge, infatti, è compatibile con tutti (o quasi) gli alimentatori che erogano energia elettrica a 3 Ampere e 5 Volt (in alcuni casi, anche 9 e 12 Volt). Per ricaricare il proprio smarthpone o tablet dotato di SoC Qualcomm, dunque, sarà sufficiente consultare le informazioni tecniche riportate sullo chassis e, se tutto corrisponde, collegarlo alla prese della corrente di casa.

A cura di Cultur-e
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