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Grand Theft Auto 5, la recensione

Sbarca negli Stati Uniti e in Europa il tanto atteso quinto capitolo di Grand Theft Auto. E nessuna recensione, compresa quella che segue, riesce a parlarne male

Una scena di inseguimenti per le strade di Los Santos tratta direttamente da Grand Theft Auto 5

Per qualcuno è un videogame tra tanti. Per molti, che lo aspettavano ormai da diversi anni, è il videogame. Per altri ancora è uno status symbol e, quasi, uno stile di vita a cui puntare. Tutti, però, attendevano con ansia l'uscita del quinto capitolo di Grand Theft Auto (meglio conosciuto con l'acronimo di GTA): i fan per poterlo finalmente avere tra le mani e giocarci, Rockstar Games – la software housei che ha realizzato l'intera serie GTA – per dimostrare che il budget da 265 milioni di dollari era più che giustificato, i detrattori per spargere fango sull'ultimo capitolo di una saga che ha sempre e comunque fatto parlare di sé.

 

 

Purtroppo per questi ultimi, dovranno attendere un'altra occasione. Tutti coloro che hanno avuto occasione di giocare con GTA5 – dal videogamer casalingo agli esperti del settore – sono rimasti strabiliati dal lavoro fatto dagli sviluppatori sviluppatori statunitensi: grafica eccezionale con ambientazioni più che realistiche, storia granitica e ben scritta, gameplay avvincente. Insomma, tutti gli elementi necessari per avvalorare la candidatura di GTA V a gioco del decennio. Non una recensione che ne parli male o ne evidenzi parti carenti. Insomma, un successo a tutto tondo.

I personaggi

L'intera storia si svolge attorno alle vite – e le avventure – di tre protagonisti. E qui ci si trova già di fronte ad un netto cambiamento rispetto al passato, quando il gioco era incentrato sulle avventure di un unico antieroe.

 

I tre protagonisti di GTA5

 

In questo capitolo, invece, si vestiranno indifferentemente i panni di Michael, ex rapinatore di banche; Franklin, un gangster in erba che spera finalmente di poter andare via da casa; e Trevor, che potrebbe essere un po' l'uomo simbolo di questo nuovo capitolo della saga: uno spacciatore con gravi problemi di stabilità mentale, pronto ad attaccare briga – ed uccidere – ad ogni pié sospinto. Tre personaggi e tre personalità molto differenti tra loro, ma che riescono ugualmente a convivere in un gioco dalla trama avvincente e praticamente sconfinata.

Differenti anche gli scopi che muovono i tre a compiere omicidi e rapine: Michael ha bisogno di soldi per mantenere il suo alto tenore di vita e la sua mega-villa; Franklin vuole affermarsi nel mondo del crimine e ha bisogno di guadagnarsi il rispetto degli altri criminali; Trevor vorrebbe semplicemente vedere il mondo in fiamme.

Gli incroci

Un trio che arricchisce non poco lo storytelling – solitamente non molto ricco – del gioco. I videogamer, infatti, saranno chiamati a repentini cambi di personalità – e di personaggi – per poter portare a compimento tutte le missioni richieste dal gioco. Oppure a gestire e coordinare contemporaneamente – tentando di evitare che nascano scintille – i tre protagonisti in scene piene d'azione, sparatorie e inseguimenti.

 

Le esplosioni e le scene d'azione in generale sono molto realistiche

 

La meccanica dei cambi, comunque, è perfetta o quasi: il giocatore non si renderà conto del passaggio e i personaggi liberi dal controllo non saranno delle marionette senza vita, ma continueranno a vivere normalmente la loro vita.

Los Santos

Altro punto di forza di GTA V è Los Santos, la città che ospita le avventure dei tre protagonisti. Una città che ricorda, per ambientazione e dinamiche, Los Angeles. Un'ambientazione vastissima, immensa (le sole ambientazioni occupano circa 8 gigabyte sull'hard disk della console), nella quale i tre potranno a mettere a segno le loro scorribande in piena libertà e tranquillità. Ma, nonostante la complessità delle ambientazioni e la grandezza degli spazi in cui ci si potrà muovere, i videogamer nn registreranno rallentamenti nei caricamenti o improvvisi salti di scena: tutto scorrerà molto fluidamente, a testimonianza del buon lavoro compiuto dagli sviluppatori e grafici.

 

Fuga in auto per uno dei tre protagonisti di Grand Theft Auto 5

 

Los Santos è una città viva e pulsante, tanto da poter essere considerata come il quarto personaggio principale di questo piccolo-grande capolavoro realizzato negli studios di Rockstar Games. Una città in cui il traffico delle superstrade e delle autostrade tipico della California del sud è riprodotto quasi alla perfezione, così che il giocatore possa immedesimarsi ancora di più nella realtà (più o meno virtuale) che gli uomini di Rockstar hanno voluto riprodurre e creare.

Critica sociale

Agli occhi di molti, però, Grand Theft Auto 5 non è solo un grande videogioco ottimamente realizzato.

 

 

Con i suoi continui richiami e rimandi alla narrazione tipica dei film di Quentin Tarantino e dei fratelli Cohen, GTA 5 è da molti visto come una feroce critica alla società occidentale e statunitense in particolare. Società in cui l'apparire, il denaro e l'ambizione hanno la precedenza su tutto. In alcuni casi anche sulla vita delle persone.

Nel frattempo in Inghilterra

Viste le premesse e i tempi piuttosto lunghi dall'uscita del precedente episodio, era prevedibile che attorno al gioco e al suo lancio si creasse molta attesa e attenzione. Erano prevedibili code fuori dai negozi, erano prevedibili scene di giubilo da parte dei fortunati che erano riusciti a mettere le mani sul titolo dell'anno. Ma quanto accaduto in Inghilterra era difficilmente preventivabile. Un ragazzo di 23 anni è stato aggredito a colpi di mattoni per rubargli la copia di Grand Theft Auto che aveva appena acquistato in un superstore nel North West di Londra.

Il ragazzo, fortunatamente, non ha riportato gravi conseguenze, ma dell'aggressore (o degli aggressori) nessuna traccia. Evidentemente, l'autore del furto ha preso sin troppo sul serio il nome del videogame (theft in inglese vuol dire furto, ladrocinio).

 

18 settembre 2013

A cura di Cultur-e
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