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The league, l'app esclusivista che vuole battere Tinder

Promette maggior privacy rispetto a Tinder e la sicurezza di organizzare appuntamenti molto esclusivi

The League

Con i suoi oltre 50 milioni di utenti attivi, Tinder ha da tempo monopolizzato il settore delle applicazioni per dating. Gli smartphone, infatti, sono sempre più utilizzati da chi è alla ricerca di un'anima gemella e, in appena due anni e mezzo di vita, l'app creata da Sean Rad, Justin Mateen e Jonathan Badeen è riuscita ad affermarsi sul palcoscenico internazionale grazie soprattutto alla semplicità d'uso. Non tutti, però, sembrano apprezzare a pieno il “sistema-Tinder”: molti utenti, infatti, lamentano la scarsa “selezione in ingresso”. Chiunque, insomma, potrebbe e può iscriversi a Tinder, trasformando così l'applicazione per incontri in una sorta di suk dove è possibile trovare tutto e il contrario di tutto.

Da qualche tempo sull'App Store ha fatto la sua comparsa un'applicazione di dating online molto più selettiva ed esigente: basti pensare che i dettagli del contatto sono direttamente presi da LinkedIn. Per la sua creatrice, Amanda Bradford, si tratta di una sorta di Tinder con un po' di privacy in più; molti altri la definiscono, invece, una “Tinder elitaria”.

Cos'è The League

L'app in questione si chiama The league, è ancora in fase di sviluppo e testing (versione beta, dunque) e disponibile – come accennato – solo ed esclusivamente per iPhone e iPad. Le motivazioni che hanno spinto la 29enne Amanda Bradford a creare l'ennesima applicazione di dating sono piuttosto semplici: le altre non garantiscono a sufficienza la privacy dei propri utenti. “Le università migliori – spiega la Bradford in un'intervista con un quotidiano tecnologico online – scelgono gli studenti. Le aziende scelgono gli impiegati. Lavoro e scuola sono i posti dove gli over 20 si incontrano. Mi sembra ragionevole per un'applicazione di dating scegliere, a sua volta, la comunità".

 

Amanda Bradford

 

Nasce così l'idea per un servizio di incontri che permettesse non solo di “selezionare” quali utenti possano iscriversi o meno, ma che desse modo agli utenti stessi chi possa vedere il profilo. La Bradford, con esperienze lavorative in Google e Salesforce.com, butta giù un piano economico e di sviluppo e va alla ricerca di finanziatori che fossero pronti a scommettere 700mila dollari sulla sua idea. Nel giro di poche settimane ne raccoglie esattamente il triplo: 2 milioni e 100mila dollari.

I tre capisaldi

Il progetto di Amanda Bradford si basava – e si basa – sostanzialmente su tre capisaldi: il target di riferimento, la privacy e la sicurezza. Prima di poter accedere a The league, infatti, il proprio profilo sarà passato sotto la lente di ingrandimento così da poter verificare che si rispettino tutti i parametri di istruzione, lavoro, posizione sociale e pubbliche relazioni fissati a priori da chi gestisce il servizio. Altro focus primario è quello della protezione dei dati personali: come spiega la stessa Bradford, il fatto che tutti gli utenti di Tinder possano accedere al proprio profilo e spulciare tra foto e informazioni non è molto piacevole. Con The league, invece, l'utente potrà scegliere a chi mostrare il proprio profilo e tutte le informazioni che vi sono contenute e, inoltre, la scelta dei contatti dovrebbe essere più precisa e maggiormente stringente rispetto alle preferenze che l'utente ha scelto al momento dell'iscrizione. L'applicazione ideata da Amanda Bradford, inoltre, garantisce che tra gli utenti non si troveranno fake, troll e malintenzionati di vario tipo: in questo modo la quiete tra la community dovrebbe essere abbastanza duratura.

 

The League

 

Come funziona The league

In sé, l'utilizzo di The league non nasconde particolari insidie. Nella fase di iscrizione, però, il futuro utente troverà non pochi ostacoli: la procedura, infatti, richiede informazioni di ogni tipo e la sincronizzazione con l'account di LinkedIn. Affinché si possa entrare a far parte della community dell'app più esclusiva di appuntamenti, infatti, sarà necessario che si rispettino determinati standard culturali, scolastici e lavorativi. Inoltre, l'algoritmo alla base di The league verificherà immediatamente se ci siano degli utenti con cui si condividono delle affinità elettive. In questo modo si avrà la certezza che la nostra esperienza sull'app di dating non sarà affatto solitaria.

A cura di Cultur-e
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