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Motore rendering, a cosa serve e come funziona

Anche se sconosciuti ai più, i motori di rendering rivestono un ruolo fondamentale per la navigazione web: ecco quale

Due finestre di browser

Per gli utenti, la navigazione Internet è, molto probabilmente, una delle operazioni più semplici che si possano compiere. Basterà conoscere la URL di un portale web (e se non la si conosce, c'è sempre Google), digitarla all'interno del campo nella barra degli indirizzi di un browser e attendere che la pagina venga caricata. A quel punto ci si potrà spostare tra una pagina web e l'altra o tra un portale e l'altro semplicemente cliccando su un link e attendere che il caricamento della nuova risorsa venga completato.

Nel corso della navigazione Internet anche l'operazione più semplice – la rappresentazione a schermo di una pagina web - prevede il coinvolgimento di una lunga serie di protocolli e standard (tutta la suite dei protocolli TCP/IP, tanto per fare un esempio) e di infrastrutture tecnologiche (il cosiddetto "ultimo miglio" della linea telefonica, gli armadi stradali, le centrali telefoniche, le dorsali nazionali e quelle transoceaniche in fibra ottica, i data center vari sparsi in tutto il mondo e così via) che richiedono anni di studi e sviluppo prima di poter essere realizzate.

 

Google Chrome

 

Per non parlare, poi, di quello che accade all'interno del nostro PC. Prima che il browser riesca a visualizzare una pagina web, infatti, non solo deve attendere la risposta del server remoto che contiene la risorsa desiderata, passando per l'infrastruttura di rete mondiale, ma deve mettere in "funzione" diversi protocolli e componenti, per lo più software, che gli permettano di accedere senza problemi alla risorsa desiderata. Tra questi, il motore di rendering (o rendering engine, in inglese, traducibile in italiano in "motore di rappresentazione") riveste un ruolo fondamentale.

Che cosa sono i motori di rendering e a cosa servono

Come suggerisce il nome stesso, i motori di rendering dei browser hanno il compito di interpretare le informazioni codificate dal linguaggio HTML e tradurle in elementi grafici di varia natura (blocchi di testo con hyperlink, immagini, video e altri elementi come file PDF). Nello specifico, si tratta di componenti software (ma, per alcune specifiche applicazioni non legate alla navigazione Internet, si potrebbe avere a che fare anche con motori di rendering "fisici" ovvero hardware) appositamente sviluppate per dare forma agli elementi grafici che compongono un qualunque sito web che vogliamo visitare.

 

Apple Safari

 

Ancorché sconosciuti ai più, i motori di rendering dei browser web rivestono un ruolo molto più importante di quanto si possa intuire. Molto spesso, infatti, la velocità di caricamento delle pagine non è influenzata solamente dalla velocità di connessione della nostra linea telefonica. In questo processo, infatti, i motori di rendering sono di fondamentale importanza. Nel caso in cui sia poco ottimizzato o abbia dei problemi a "digerire" i pacchetti dati in arrivo dal server, il motore di rendering potrebbe impiegare più tempo del previsto per trasformare le righe di codice del linguaggio HTML in elementi grafici e funzionali. Se ciò dovesse accadere, la navigazione Internet e l'esperienza d'uso dell'utente ne uscirebbero fortemente deteriorate.

Come funzionano i motori di rendering

A grandi linee, il funzionamento di un motore di rendering di un browser si compone di tre fasi:

  • Decodifica delle informazioni in ingresso
  • Elaborazione
  • Rappresentazione grafica delle informazioni

Nello specifico, un motore di rendering web "ingurgita" il codice sorgente delle pagine web che l'utente vuole visualizzare e ne scansiona i vari elementi HTML e CSS che lo compongono. Queste informazioni vengono poi decodificate, in modo che il motore di rendering possa iniziare a "costruire" la pagina web da visualizzare. Vengono così identificate le varie parti che compongono la pagina (il blocco di testo e la sua formattazione, lo sfondo della pagina e il suo contenuto o colore, i vari elementi multimediali presenti all'interno, gli hyperlink e così via) e "messe in ordine" seguendo le informazioni presenti all'interno del codice sorgente della risorsa web e del file CSS che la accompagna. Infine, grazie anche alla collaborazione della GPU, il codice sorgente viene trasformato in elementi (testuali, grafici, ecc.) visualizzati all'interno della scheda del browser, così che l'utente possa consultare correttamente la risorsa desiderata.

 

Firefox

 

Webkit e gli altri motori di rendering

Tra i vari motori di rendering oggi utilizzati, WebKit è senza ombra di dubbio uno dei più conosciuti, se non il più conosciuto in assoluto. Nato come progetto open source, viene oggi sviluppato e aggiornato da un consorzio di aziende composto, tra le altre, da Apple che lo utilizza per Safari sia su Mac sia su iPhone (e fino alla versione 27 era utilizzato anche da Google Chrome, che poi ha preferito sfilarsi dal progetto per dedicarsi allo sviluppo di una soluzione proprietaria).

La casa di Mountain View, comunque, non si è allontanata poi troppo. Il suo Blink, tutt'ora in uso su Chrome, deriva direttamente dal codice sorgente di WebKit. I due motori di rendering, infatti, condividono molte delle funzionalità e, a tutt'oggi, sono considerati tra i più avanzati.

Da sempre, Microsoft utilizza un motore di rendering proprietario e unico per i suoi applicativi. Internet Explorer, Outlook e altri software della casa di Redmond utilizzano il "vecchio" Trident, mentre con l'arrivo del nuovo browser Edge è stato introdotto il motore EdgeHTML.

Mozilla, invece, ha sviluppato Gecko, motore di rendering utilizzato non solo da Firefox, ma anche dal client email Thunderbird e la suite Internet SeaMonkey.

A cura di Cultur-e
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