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Tox, come funziona l'alternativa open source a Skype

Creato a partire da una discussione su 4chan, ha l'obiettivo di rimpiazzare il software targato Microsoft

Tox

Ci sono Viber, Tryllo, Jitsi e una manciata d'altri. Si tratta dei programmi VoIP (Voice over IP, ovvero programmi che permettono di effettuare chiamate telefoniche sfruttando la connettività a Internet) che, da più o meno tempo, stanno tentando di rubare a Skype lo scettro di regina del mercato. Tentativi, però, sinora risolti con un nulla di fatto: il software acquistato da Microsoft il 10 maggio 2011 resta di gran lunga il più utilizzato del settore.

Il client p2p ideato da Priit Kasesalu e Jaan Tallinn trova ora sulla sua strada un nuovo competitor, forse con qualche carta in più da giocarsi per riuscire a scalfire la posizione dominante di Skype. Si chiama Tox, è sviluppato con licenza open source (si tratta di un programma FOSS, free open source software) ed ha uno stretto legame con 4chan.

Post Snowden

In seguito alle rivelazioni di Eric Snowden sull'attività spionistica della Nationa Security Association, molti gruppi di sviluppatori indipendenti hanno dato vita a progetti per creare applicazioni di messaggistica istantanea e chatting a prova di spione. Tra questi spicca Project Tox, software VoIP ideato e sviluppato da un gruppo di hacker che ha un obiettivo piuttosto ambizioso: riuscire a sfruttare a proprio vantaggio tutte le piccole debolezze di Skype e riuscire a prenderne il posto nel cuore degli internauti. Per fare ciò, Tox punta tutto sulla privacy e sulla difesa delle conversazioni degli utenti.

Per portare avanti questo loro progetto, gli sviluppatori/hacker hanno utilizzato la bacheca di 4chan e creare un account su GitHub, dove poter condividere idee, revisioni del progetto e nuove versioni del software. Dall'idea iniziale alla sua realizzazione sono passati circa 10 mesi e oggi Tox è pronto a lanciare il guanto di sfida al ben più quotato avversario.

Decentralizzato

Affinché fosse possibile creare un software che, al fianco dei servizi comunicativi, potesse garantire alti standard di sicurezza e privacy, il team di sviluppo guidato da David Lohan ha creato un piccolo gioiello della crittografia basato sul Perfet forward secrecy. Utilizzando una versione modificata delle tabelle di hashing distribuite (Distributed hashing tables o DHT) e legandole alla libreria crittografica libsodium, gli sviluppatori assicurano agli utenti la possibilità di scambiare messaggi, immagini e chiamate VoIP con la certezza di non poter essere intercettati né letti da alcuno “spione virtuale”. La privacy, inoltre, è garantita dalla scelta di creare un software peer-to-peer, capace di funzionare anche senza server centrali: il traffico è gestito dai client Tox installati sui computer degli utenti, bypassando la necessità di far transitare tutte le comunicazioni attraverso un o più server centrali.

Il nuovo Skype

 

L'interfaccia di Tox

 

Al di là di queste caratteristiche di sicurezza e privacy, il team di sviluppo di Tox si è concentrato per creare un software capace di sostituire Skype in tutto e per tutto. Ad oggi sono disponibili dieci differenti client basati sulle librerie Tox: alcuni sono per le varie distribuzioni Linux (come uTox), altri per OSX (ad esempio, qTox e Poison), molti altri per Windows (uTox, qTox e Toxy, tra i più famosi). Sono invece in fase di sviluppo le versioni del client per Android e iOS. In futuro il team di sviluppo sarà probabilmente “costretto” a scegliere una versione del software per ogni piattaforma operativa (se non un unico client multipiattaforma, installabile tanto su computer desktop e laptop, quando su terminali mobili).

uTox, al momento il client sul quale il team di sviluppo sembra voler puntare con maggior decisione, è ancora in piena fase di realizzazione, ma presenta già alcune caratteristiche interessanti. Una volta scaricato e installato il software, sarà automaticamente creata una chiave crittografica pubblica, da scambiare con gli altri nel corso delle conversazioni testuali o vocali, e una chiave crittografica privata, che resterà archiviata sul computer o smartphone per garantire alti livelli di privacy. Da qui, il funzionamento ricorda molto da vicino quello di Skype: per aggiungere un amico sarà sufficiente cercarlo tramite nome utente e una volta aggiunto sarà possibile condividere con lui la chiave crittografica pubblica per autorizzare le conversazioni. Per iniziare a chattare o parlare, basterà selezionare il contatto con un doppio click e il gioco è fatto. Mancano, al momento, alcune caratteristiche che gli utenti potrebbero ritenere molto utili: pur essendo possibile iniziare una chat di gruppo, non è ancora possibile effettuare videochiamate con più di un altro interlocutore. Inoltre, se si è loggati, ad esempio, sul computer, prima di poter accedere con un altro dispositivo si sarà costretti a effettuare il log out.

A cura di Cultur-e
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