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Podcast, il futuro è multimediale

Il modello "monomediale" basato solamente su registrazioni audio è in crisi. Se il podcast vuole sopravvivere deve evolvere

il futuro del podcast

Il punto di non ritorno, se così vogliamo dire, è rappresentato da Serial (serie podcast statunitense del 2014 capace di conquistare i favori di milioni di internauti USA e non solo), diventata rapidamente un culto tra gli ascoltatori di podcast. In breve tempo, la creatura della giornalista Sarah Koenig ha scalato le vette delle classifiche del genere, dimostrando che lo storytelling audio può avere un impatto di massa, uscendo ben al di fuori della solita e ristretta cerchia dei fedelissimi del podcast.

 

serial

 

Come detto, però, Serial rappresenta il punto più alto, e per questo di non ritorno, del mondo dei podcast per come li abbiamo conosciuti sino a oggi. Ed è ancora Serial, con la sua seconda serie (uscita tra la fine del 2015 e l'inizio del 2016), a mostrare quello che con tutta probabilità sarà il nuovo modo di fare podcasting. Da un universo prettamente monomediale (solo audio), si dovrà necessariamente passare a un modello multimediale, dove la narrazione sarà accompagnata da immagini, anche animate.

Il che, bisogna fare bene attenzione, non vuol dire che i podcast si trasformeranno (o dovranno trasformarsi) in serie TV o simili: semplicemente sarà necessario arricchire l'esperienza dell'utente affinché sia possibile allargarne la cerchia. L'obiettivo finale è piuttosto immediato, seppur non semplice: rendere il podcast un formato facilmente condivisibile sui social network e per questo è necessario dare il benvenuto a miniclip video, GIF e immagini di ogni genere.

Formato restrittivo

 

podcast

 

Sin dalla sua nascita, il podcast si è contraddistinto per essere un formato altamente restrittivo: racconti e discussioni distribuite solamente in formato audio attraverso un numero esiguo di canali. E, per alcuni versi, ciò ha anche rappresentato la sua fortuna. In questo modo, infatti, è stato in grado di attrarre le attenzioni e i favori di una ristretta cerchia di fedelissimi che, indipendentemente dalla fama delle serie podcast, continuava a utilizzare questo mezzo per restare aggiornati o seguire il proprio autore preferito.

Oggi, però, questo modello distributivo è in crisi: promuovere un podcast – fosse anche solo una puntata o un frammento – attraverso i social network è estremamente complicato e una folta base di possibili ascoltatori di fatto irraggiungibile. Necessario, dunque, che l'intera industria si prepari a un imminente cambiamento di modello distributivo e di formato stesso: la sopravvivenza del podcast è in grave pericolo.

Fine del monopolio

 

podcast amplified

 

Il cambio di modello si accompagna anche alla fine di un monopolio di fatto che, in qualche modo, aveva concorso a restringere la cerchia dei possibili uditori di podcast. Fino a oggi, infatti, la gran parte delle serie di maggior successo transitano attraverso i canali distributivi dell'iTunes Store e dell'app Podcast per sistemi iOS. Molti esperti del settore, tanto per fare un esempio, assicurano che una fetta consistente del successo di Serial sia da attribuire al rilascio di iOS 8, che ha portato con sé l'installazione "forzata" dell'app Podcast di Apple.

 

serial podcast

 

Da qualche mese a questa parte, invece, il mercato si sta aprendo anche ad altri player, così da somigliare sempre di più a quello delle serie TV e della TV on demand. Pandora, celebre servizio di streaming musicale statunitense, è tra i primi ad affacciarsi su questo mercato, portando con sé non pochi cambiamenti. Per avvicinare gli utenti che ascoltano musica da smartphone, i produttori di Pandora hanno deciso di "spacchettare" le varie puntate Podcast a loro disposizione (incluse quelle di Serial) e dividerle in mini-episodi di 3 o 4 minuti di lunghezza. In questo modo sperano di non tediare eccessivamente quella fetta di utenza abituata a un ascolto "mordi e fuggi" e allargare la fetta di possibili ascoltatori.

L'era del social audio

 

social audio

 

Per favorire ulteriormente questo processo, come detto, si pensa ad "allegare" alle registrazioni audio anche immagini (sia fisse sia animate) e brevi filmati che favoriscano la condivisione social dei podcast. Il formato, dunque, si deve aprire alla multimedialità e sfruttarne tutte le potenzialità per raggiungere fette di pubblico altrimenti inavvicinabili. Offrendo la possibilità di postare immagini promozionali su Facebook o condividere brevi video su social network come Instagram e Vine si spera di raggiungere una fetta di audience molto più ampia rispetto all'attuale.

A cura di Cultur-e
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