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La biografia di Nigel Shadbolt

Tra i più prolifici informatici degli ultimi decenni, Nigel Shadbolt si è interessato anche di neuroscienza, intelligenza artificiale e psicologia

Nigel Shadbolt

Membro della Royal Academy of Engineering; iscritto agli ordini professionali degli ingegneri e dei professionisti nel campo dell'Information Technology; membro della British Computer Society e della British Psychological Society. Se c'è qualcosa che non manca a Sir Nigel Shadbolt, quelli sono i titoli e le onorificenze. Nella sua lunga carriera – come brevemente illustrato nelle primissime righe – ne ha ricevuti a dozzine, eccellendo in campi quali le scienze informatiche, la psicologia, la scienza cognitiva, la neuroscienza computazionale e l'intelligenza artificiale. Negli ultimi anni si è dedicato, con particolare successo, anche al nascente campo della web science, studiando le interazioni tra formazione delle informazioni, diffusione delle informazioni e big data. Il suo interesse primario è comprendere le modalità attraverso le quali i comportamenti intelligenti si formano ed emergono negli uomini, nelle macchine e nel web.

Ad oggi è professore di Intelligenza Artificiale e capo del Web and Internet Science Group della University of Southampton, oltre che Presidente dell'Open Data Institute, fondazione fondata con la collaborazione di Sir Tim Berners-Lee, il papà del World Wide Web. Dall'agosto 2015 si trasferirà ad Oxford, dove è stato eletto come Direttore del Jesus College.

 

Nigel Shadbolt

 

Shadbolt studente e ricercatore

Nato il 9 aprile 1956 a Londra, Nigel Shadbolt resta nella capitale del Regno Unito sino al compimento della maggiore età, quando decide di trasferirsi a Newcastle per seguire i corsi di psicologia e filosofia presso l'università della cittadina del centro dell'Inghilterra. Prosegue i suoi studi a Edimburgo, dove finisce con l'occuparsi di intelligenza artificiale e di scienza cognitiva. La sua tesi di dottorato, discussa presso l'università della capitale scozzese, verte sull'esistenza e la formazione del framework all'interno del quale si sviluppa e organizza il dialogo tra persone.

Dalla fine degli anni '70 continua a interessarsi di questo campo di studi in veste di ricercatore. Si occupa della comprensione del linguaggio umano e di robotica, di neuroscienza computazionale e memoria, di web semantico e dati collegati o linked data. Un vastissimo settore di interessi che permette a Shadbolt di scrivere decine e decine di articoli e collaborare alla stesura di moltissimi libri. Oggi si occupa delle social machine e del loro comportamento: il direttore dell'Open Data Institute studia le problematiche connesse all'interazione di uomini, computer e dati all'interno dell'ambiente web.

La carriera

 

Shadbolt e Berners-Lee

 

Nel 1983 Sir Shadbolt riceve la chiamata dell'Università di Nottingham, dove entra a far parte del Dipartimento di Psicologia. Qui resta per ben 17 anni, prima di trasferirsi a Southampton presso la Facoltà di Elettronica e Scienze Informatiche (School of Electronics and Computer Science). Dal 2000 al 2007 dirige lo Advanced Knowledge Technologies (AKT) Interdisciplinary Research Collaboration (IRC), dove sono condotte alcune delle più importanti ricerche del tempo nel campo del web semantico. Nel 2006, con Tim Berners-Lee, Wendy Hall e Daniel Weitzner fonda la Web Science research initiative, istituto pensato per la promozione e la diffusione della Web Science e supportare lo scambio informativo e la cooperazione tra l'University of Southampton e il Massachusetts Institute of Technology.

Nel 2009 riceve la nomina a Information advisor del Governo britannico insieme a Berners-Lee. I due saranno a capo di un team di sviluppatori responsabili del portale data.gov.uk, punto di accesso a tutti i dati non personali in possesso dell'amministrazione pubblica del Regno Unito. L'anno successivo ricopre il ruolo di direttore del Public Sector Transparency Board con il compito di definire gli standard per gli open data all'interno della pubblica amministrazione. Il crescente interesse in questo settore lo porta, sempre in collaborazione con Time Berners-Lee, alla creazione dell'Open Data Institute, incubatore di imprese e startup interessate a favorire l'utilizzo e l'adozione degli open data e lo sviluppo di tecniche innovative di impiego dei dati aperti.

A cura di Cultur-e
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