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IBM 5 in 5 2018, obiettivo su medicina e intelligenza artificiale

Esperti e scienziati interpellati da IBM provano a predire cosa accadrà entro i prossimi cinque anni, concentrandosi su medicina e IA

Uno dei lab on chip sviluppati dai tecnici IBM

C'è chi lo aspetta per passare del tempo con gli amici; chi per staccare un po' la spina e ricaricare le pile in vista della "tirata" primaverile; chi, ancora, per festeggiare in allegria. E altri, invece, che aspettano la fine dell'anno per poter leggere l'IBM 5 in 5, una raccolta di previsioni su quello che accadrà – o dovrebbe accadere – nel mondo dell'hi-tech nei prossimi cinque anni.

Per le previsioni sul 2018, gli esperti si sono concentrati su intelligenza artificiale e medicina, andando ad analizzare quelle che potrebbero essere le nuove scoperte (e applicazioni) destinate a migliorare la nostra qualità di vita nel corso del prossimo quinquennio. Una carrellata di previsioni che, se fossero rispettate, migliorerebbero decisamente la nostra esistenza.

Intelligenza artificiale e salute mentale

 

App per analisi del linguaggio naturale

Nonostante i progressi fatti registrare dalla scienza medica in ogni settore, il cervello resta ancora una sorta di scatola nera dal funzionamento imperscrutabile, o quasi. Secondo gli scienziati interpellati da IBM, il linguaggio potrebbe essere la chiave adatta ad aprire la scatola e avere così a disposizione maggiori dettagli sul suo funzionamento e sulle malattie – sia di ordine neurologico sia di ordine mentale – che lo affliggono. Studiando la lingua per mezzo di computer cognitivi e intelligenza artificiale, gli scienziati sono sicuri di poter individuare dei "marcatori" che consentano di rilevare segnali di disturbi neurologici e mentali di ogni genere.

Vista da supereroe

Più del 99% dello spettro elettromagnetico è invisibile all'occhio umano. Negli ultimi 100 anni, gli scienziati hanno ideato e creato dei macchinari in grado di analizzare onde di differente lunghezza altrimenti "imperscrutabili". Alcune di queste macchine ci consentono, ad esempio, di realizzare analisi del nostro corpo altrimenti impossibili: si pensi alle radiografie, alla risonanza magnetica o altre indagini mediche basate sulla diagnostica per immagini.

 

Spettrografo di nuova generazione

Nei prossimi cinque anni nuovi dispositivi di imaging consentiranno analisi ancora più approfondite. Merito anche dell'intelligenza artificiale, che consentirà di avere immagini tridimensionali e dettagliate degne della vista di un supereroe. Tecnologie di questo genere, ad esempio, potrebbero trovare spazio all'interno delle automobili senza conducente dei prossimi anni, rendendo la guida autonoma ancora più precisa e sicura. Cosa ancora più importante, questi dispositivi saranno portatili, affidabili ed economici, così da poter essere utilizzati da chiunque in qualunque situazione.

Analisi macroscopiche ci aiuteranno a scoprire i segreti della Terra

I milioni di sensori di ogni genere sparsi un po' ovunque in tutto il mondo consentono di ricavare ogni giorno decine e decine di Exabyte di dati. Il più delle volte – nell'80% dei casi, secondo alcune stime – queste informazioni non sono adeguatamente categorizzate, tanto che gli scienziati passano gran parte del loro tempo a cercare delle evidenze anziché a tentare di interpretare quello che i dati vorrebbero "dirci". Una situazione che evolve ulteriormente grazie al contributo dato giorno dopo giorno dai dispositivi IoT (dai frigo alle lampadine smart, passando per i cardiofrequenzimetri, droni e stazioni meteo).

Nei prossimi cinque anni, l'analisi di questa mole crescente di dati sarà affidata a software e algoritmi di intelligenza artificiale e machine learning che saranno determinanti nel mettere ordine nei big data più di quanto lo sono adesso. Ciò consentirà di mettere in atto analisi macroscopiche migliorare la nostra conoscenza dell'ecosistema in cui viviamo, aiutandoci a dipingere un quadro d'insieme sempre più preciso e puntuale.

Medicina? su chip

La diagnosi precoce di una malattia è cruciale. Prima si "rilevano" i sintomi della malattia e maggiori sono le probabilità che sia possibile arginarne gli effetti e, se possibile, curarla. Comunque, patologie come cancro e morbo di Parkinson possono essere difficili da individuare per tempo, "nascondendosi" nel nostro corpo prima che i sintomi inizino a manifestarsi.

Informazioni sullo stato della nostra salute possono essere ricavate da nanoparticelle presenti nei nostri fluidi corporei come saliva, urina, sudore, lacrime e (ovviamente) sangue. Il problema è che queste particelle possono essere infinitamente più piccole del diametro di un capello e difficili da individuare tanto nel "vivo" del nostro organismo quanto in laboratorio.

Nei prossimi cinque anni, l'ulteriore sviluppo dei lab on chip (veri e propri laboratori scientifici ridotti alle dimensioni di una manciata di chip di silicio) consentirà di analizzare i fluidi e scoprire "in tempo reale" se ci sia bisogno di prendere appuntamento con un dottore o medico specialista oppure se godiamo di buona salute. L'obiettivo, spiegano gli esperti interpellati da IBM, è quello di ridurre le dimensioni dei lab on chip a pochi millimetri e integrarli all'interno di dispositivi portatili. Ciò consentirà di misurare la presenza dei biomarcatori in maniera veloce e regolare e tenere sempre d'occhio il nostro stato di salute.

Sensori contro fughe di gas e inquinamento atmosferico

Gran parte degli agenti inquinanti sono invisibili all'occhio umano. Si prenda, ad esempio, il caso del metano, gas naturale considerato essere una forma di energia pulita ed ecosostenibile. Nel caso in cui ci sia una fuga di metano, però, le cose cambiano radicalmente: se si sprigiona nell'aria prima di essere bruciato contribuisce in maniera determinante al surriscaldamento terrestre. Una situazione che potrebbe presentarsi (e, più spesso di quanto si possa pensare, si presenta) soprattutto nelle vicinanze degli impianti di estrazione e stoccaggio di gas naturale e petrolio, mettendo anche in pericolo le vite di chi vi lavora.

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Uno dei nuovi sensori sviluppati nei laboratori IBM

Nei prossimi cinque anni a "sorvegliare" eventuali fuoriuscite di gas metano – e di altri agenti inquinanti – ci sarà un esercito di sensori che, comunicando tra di loro tramite reti senza fili, consentiranno di individuare situazioni pericolose in tempo reale (o quasi). Secondo gli scienziati interpellati da IBM, una rete di sensori di questo genere, economici ed affidabili, saranno posizionati nelle vicinanze degli impianti estrattivi e di trattamento, degli oleodotti e gas dotti pronti a rilevare la benché minima fuoriuscita di gas.

6 gennaio 2018

A cura di Cultur-e
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