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Da Larry Page a Jeff Bezos, come il metodo Montessori ha influenzato il web

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Larry Page e Sergey Brin, due dei maggiori esponenti della Montessori Mafia

Un paio di anni fa il Wall Street Journal la definì la “Montessori Mafia”. Un appellativo non esattamente politically correct, ma che restituiva bene l'idea di un gruppo che era stato capace – e che è capace tutt'oggi – di influenzare le sorti del mondo dell'hi-tech mondiale. Un gruppo di “eletti” accomunati da un fatto piuttosto curioso: tutti loro sono stati educati seguendo il metodo Montessori.

 

Maria Montessori

 

L'approccio educativo sviluppato dall'educatrice e pedagoga italiana a cavallo tra XIX e XX secolo sembra godere di molta notorietà e fortuna al di là dell'Oceano. Tra i suoi ammiratori si annoverano i Presidenti degli Stati Uniti Woodrow Wilson e Bill Clinton, gli inventori Alexander Graham Bell (quello del telefono) e Thomas Alva Edison (quello della lampadina ad incandescenza), la Principessa Diana, Michael Douglas, George Clooney e molti altri ancora. Tra gli studenti, invece, troviamo dei veri e propri pezzi da 90 dell'universo Internet.

Larry Page e Sergey Brin

Nel corso di un'intervista rilasciata nel 2004 all'emittente televisiva ABC, i fondatori di Google rivelarono che il loro successo era basato su una comune esperienza della loro infanzia. Entrambi, infatti, frequentarono i primi anni di scuola in istituti che applicavano il metodo Montessori.

 

 

“Credo – ha affermato Larry Page nel corso dell'intervista – che buona parte del merito del nostro successo sia dovuto all'educazione che abbiamo ricevuto. Il non dover forzatamente seguire delle regole o degli schemi, il poter autogestirsi, il poter mettere in discussione cose che ci venivano date per assodate ci ha permesso di agire un po' differentemente dagli altri e diventare quello che siamo”.

Un metodo che i due imprenditori hanno voluto importare anche all'interno della loro azienda. Per tutti i dipendenti di Big G, ad esempio, vige la regola del 20%: un giorno a settimana possono dedicarsi allo sviluppo di progetti che nulla hanno a che fare con la loro attività lavorativa. Possono, insomma, autogestire il loro tempo e le risorse che la società mette loro a disposizione. Così facendo sono stati realizzati progetti tutt'altro che disprezzabili, Google Maps in testa.

Jeff Bezos

L'uomo forte di Amazon non ha mai tenuta nascosta l'importanza che il metodo Montessori ha avuto nello sviluppo della sua capacità imprenditoriale e nella sua ferrea volontà di porsi domande su domande.

 

Jeff Bezos

 

Una costante che Bezos ha portato anche all'interno di Amazon. Come messo in luce dai suoi dipendenti e dalle altre figure dirigenziali del gigante dell'e-commerce, Bezos è in grado di passare interi meeting a chiedere il perché delle cose, perché non è possibile farlo in altro modo, se esistano soluzioni alternative o altre strade da percorrere. Come affermato dallo stesso Bezos, Amazon è nata seguendo il metodo montessoriano della scoperta: non c'è una strada predefinita da seguire, ma molti sentieri da esplorare. Alcuni di questi porteranno a dei vicoli ciechi, ma prima o poi si troverà quello giusto.

Jimmy Wales

Il piccolo Jimmy Wales passava ore ed ore a leggere voci dell'Enciclopedia Britannica per saziare la sua incredibile curiosità e sete di sapere. Due fattori ulteriormente alimentati grazie al metodo Montessori utilizzato all'interno delle scuole primarie che frequentò.

Will Wright

Da dove nasce SimCity? Da Maria Montessori e dal suo metodo pedagogico. E se lo afferma Will Wright, c'è da crederci.

 

Will Wright

 

“Il metodo Montessori mi ha insegnato la gioia della scoperta. Anche teorie e concetti complicati come il Teorema di Pitagora potevano diventare interessanti e divertenti agli occhi dei bambini utilizzando semplicemente delle costruzioni e dei blocchi di plastica. L'importante è che lo studente apprenda con i propri mezzi e i propri tempi, senza che l'insegnante lo 'imbocchi' con risposte pre-confezionate. SimCity nasce esattamente in questo modo”.

Il sapore della scoperta

A leggere queste testimonianze si evince che il metodo Montessori abbia giocato un ruolo fondamentale nello sviluppo delle loro capacità imprenditoriali e cognitive. L'approccio educativo montessoriano è stata la proverbiale molla che ha permesso a gente come Page, Brin e Bezos di sviluppare una curiosità, un'inventiva e una capacità di risoluzione dei problemi fuori dal comune. Con la sua enfasi sulla libertà e l'indipendenza del bambino, il rispetto per il naturale sviluppo psicologico del bambino, permette di sviluppare nei bambini una sorta di istinto naturale per la scoperta che li porta a mettere in dubbio tutte le cose che gli vengono date per certe.

Una ricerca del 2006, condotta dal neuroscienziato Jonah Lehrer, mostra come bambini di 5 anni che hanno frequentato una scuola montessoriana ottengano risultati migliori rispetto a coetanei frequentanti corsi scolastici “normali”. I montessoriani mostrano migliori capacità matematiche e linguistiche e migliori abilità in alcune “funzioni esecutive”, nella capacità di adattarsi ai problemi in evoluzione e complessi, un indicatore di un probabile successo nella scuola e nella vita”.

Il metodo Montessori, secondo la ricercatrice Ambiga Dhiraj, ha permesso di sviluppare un nuovo modello di fare business e amministrare una società. “In passato – si legge in un articolo pubblicato dalla Harvard Business Review – i manager utilizzavano le promozioni come 'ricompensa' per i risultati ottenuti. Oggi, invece, si tenta di motivare i dipendenti con altri metodi. Gli vengono assegnati, ad esempio, progetti stimolanti su cui lavorare, elogiando i loro risultati in pubblico e incoraggiandoli”. In questo modo, sostiene la ricercatrice, i dipendenti si sentiranno parte di un progetto più ampio e guarderanno alla loro posizione in maniera differente.

 

19 ottobre 2013

A cura di Cultur-e
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