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Cosa sono i codici a barre

Li troviamo su tutti i prodotti che siamo soliti acquistare, ma poco sappiamo della loro storia e della loro struttura. Ecco cosa sono i codici a barre

Codici a barre

I codici a barre o barcode sono elementi grafici rappresentanti una serie di dati relativi agli oggetti cui sono attaccati e leggibili attraverso appositi strumenti (i lettori di codici a barre). I codici sono formati da barre di vario spessore, separate l'una dall'altra da spazi anch'essi di spessore variabile. La codificazione delle informazioni sui prodotti, oggetti e persone è data dalla combinazione di queste barre e degli spazi che le separano.

Storia del codice a barre

I codici a barre nasco negli anni immediatamente successivi la Seconda Guerra Mondiale. Sempre più catene di supermercati erano alla ricerca di un metodo che permettesse di identificare univocamente i prodotti presenti nel loro magazzino e sugli scaffali dei negozi. Nel 1948 Norman Woodland e Bernard Silver, due studenti dell'Università di Drexel, svilupparono un sistema di identificazione basato sul Codice Morse. I punti e le linee costituenti il codice vennero estese in altezza, creando così un codice visivo composto da bande di ugual altezza ma diverso spessore. L'idea venne sviluppata nel corso del 1949 e brevettata qualche tempo più tardi.

 

Smartphone utilizzato per la lettura di codici a barre

 

È solo tra la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70, però, che il codice a barre trovò una diffusione massiccia: lo sviluppo di lettori di codici più accurati ed efficaci permise di automatizzare le operazioni di immagazzinamento e di riconoscimento dei prodotti. Nel 1973 Woodland sviluppò per conto di IBM dei codici a barre lineari, chiamati Universal Code Product (UPC, codice prodotto universale) e oggi utilizzati su ogni tipo di prodotto in commercio.

Struttura dei codici a barre

Pur non esistendo uno standard univoco che definisca come debba essere realizzato un barcode, ci sono dei requisiti minimi che ogni codice deve rispettare affinché possa essere letto dagli appositi lettori.

 

Struttura dei codici a barre

 

A precedere ogni codice a barre c'è la quiet zone (zona di quiete in italiano), uno spazio bianco grande almeno 63 millimetri che serve a separare nettamente il codice da ciò lo circonda (la grafica di un pacco di biscotti, la copertina di un libro, ecc.); il codice vero e proprio, invece, inizia con il cosiddetto start code (codice di inizio) ed è composto da alcune barre che servono a segnalare al lettore l'inizio del barcode. Le barre successive allo start code sono quelle contenenti i dati, seguite (ma non sempre) dalla cosiddetta check digit (cifra di controllo), una somma utilizzata per verificare l'esattezza delle informazioni contenute nel codice. Le ultime barre vanno a comporre lo stop code (codice di arresto) e hanno la funzione di segnalare al lettore la fine del codice. Queste ultime sono seguite dal un'altra quite zone, che delimita lo spazio del codice da ciò che lo circonda.

Utilizzi e vantaggi dei codici a barre

In ambito commerciale e industriale il codice a barre è praticamente onnipresente. Qualsiasi prodotto in commercio ha un suo codice a barre – nelle varie forme e seguendo i vari standard esistenti sul mercato – che permette di identificarlo univocamente tra migliaia e migliaia di altri prodotti.

L'utilizzo più comune (quello di cui si ha “prova” tutti i giorni) è quello legato al commercio al dettaglio, tanto nei piccoli negozi di paese quanto nei grandi supermercati dei centri commerciali. Il barcode viene utilizzato non solo per identificare il prodotto, ma anche per ricavare altre informazioni come il prezzo del prodotto stesso. In questo modo si riescono a velocizzare e automatizzare le operazioni alla cassa.

 

Codice a barre

 

In ambito medico, invece, viene utilizzato per l'identificazione dei macchinari, dei medicinali e dei pazienti. Sempre più spesso l'identificazione delle persone ricoverate avviene tramite speciali braccialetti dotati di codice a barre, corrispondente il più delle volte a specifiche cure mediche assegnate nel corso della degenza.

I barcode, però, possono essere utilizzati anche per tracciare gli spostamenti di merci, prodotti e persone. Possono servire, ad esempio, a tenere traccia degli spostamenti delle automobili a noleggio, i bagagli all'interno degli aeroporti e dei centri smistamento, i rifiuti industriali e nucleari e varie tipologie di spedizioni postali.

I vantaggi dell'utilizzo dei barcode sono evidenti: permettono di velocizzare le operazioni di identificazione e vendita dei prodotti d'uso comune e di automatizzare le operazioni di stoccaggio di prodotti di vario genere. Si possono monitorare gli effetti delle campagne di marketing e valutare gli andamenti stagionali delle vendite. Permettono, infine, di creare profili commerciali e d'acquisto per i singoli utenti grazie all'utilizzo delle tessere magnetiche per la raccolta punti o le carte sconto.

Negli ultimi anni, però, sono sempre più le industrie che preferiscono adottare sistemi di tagging RFID al posto del codice a barre. A differenza di quest'ultimo, infatti, i tag RFID possono contenere una quantità superiore di dati, sono più veloci da scansionare e leggere e non c'è bisogno di un allineamento perfetto tra il codice stesso e il lettore.

 

17 novembre 2013

A cura di Cultur-e
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