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Come vengono scelte le emoji

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Le emoji semplificano le comunicazioni, rendendo più facile trasmettere ed esprimere le proprie emozioni tramite messaggi testuali: come vengono scelte

emoji ssi77 / Shutterstock.com

In Breve (TL;DR)

  • Le emoji sono pittogrammi digitali nati in Giappone, utilizzati per arricchire le comunicazioni testuali con emozioni e significati visivi, e sono codificate secondo uno standard universale per garantirne la compatibilità tra dispositivi.
  • La selezione e l’approvazione delle emoji è gestita dall’Unicode Consortium, che valuta le proposte in base a criteri come chiarezza, originalità, compatibilità e valore simbolico, scartando elementi troppo specifici, temporanei o protetti da copyright.
  • Le emoji possono essere usate anche nel marketing e nella comunicazione aziendale per rendere i messaggi più empatici e accessibili, ma è importante conoscerne il significato e dosarne l’uso per evitare fraintendimenti.

Per chi utilizza quotidianamente applicazioni di messaggistica istantanea, social network e chat per comunicare, le emoji non hanno bisogno di presentazioni. Utilizzate per trasmettere le proprie emozioni, per personalizzare i messaggi e per rendere le conversazioni più divertenti e colorate, sono diventate rapidamente famose e diffuso in tutto il mondo.

Le emoji, così, hanno semplificato le conversazioni: riescono spesso a trasmettere più delle parole, soprattutto se gli interlocutori parlano delle lingue differenti. Ciò che appare, però, come un semplice disegno o elemento grafico, nasconde però un vero e proprio studio. La loro selezione e codificazione, infatti, è resa possibile dalla presenza di un’associazione internazionale, che riceve proposte e ne valuta l’approvazione.

Scopriamo cosa sono le emoji, come vengono scelte, selezionate e approvate, qual è l’associazione che si occupa di scegliere l’emoji e come possono essere utilizzate, sia per motivi personali che professionali.

Cosa sono le emoji

Shutterstock

Le emoji sono un elemento grafico, un pittogramma digitale che viene utilizzato in tantissimi contesti: messaggi all’interno delle chat sui social e app di messaggistica istantanea, negli SMS, nelle mail, nei contenuti pubblicati sui social network e tanto altro ancora.

Nate in Giappone negli anni ’90, ad opera di Shigetaka Kurita, che creò il primo set di questi noti pittogrammi, e ispirate ai manga e alla cultura giapponese, hanno avuto una rapida diffusione. Vengono oggi utilizzate in tutto il mondo e sono universalmente riconosciute. Se il primo set conteneva 176 elementi, le emoji attualmente utilizzate dagli utenti del web sono molte di più.

La diffusione delle emoji si è intensificata anche grazie ad Apple, che nel 2007 ha iniziato ad introdurle su tutti gli iPhone destinato al mercato giapponese. Successivamente, arrivarono anche negli altri Paesi e, infine, sui dispositivi Android.

Le emoji hanno avuto una rapida diffusione e oggi vengono utilizzate su un gran numero di dispositivi e in tantissime varianti differenti

Si differenziano dalle emoticon, che sono dei simboli creati attraverso segni di punteggiatura. Le emoji, invece, subiscono un vero e proprio processo di codifica e rispettano uno standard universale. Quest’ultimo permette di visualizzarle in una maniera pressoché identica su tutti i dispositivi. Le immagini, infatti, variano solo leggermente da piattaforma a piattaforma.

Le emoji, quindi, semplificano le conversazioni, completando i testi. Non possono sostituire le parole, ma arricchiscono il messaggio, conferendo una sfumatura e una personalizzazione che rende il contenuto più chiaro e immediato. Le emoji aiutano a specificare il tono del messaggio, aggiungere un sottinteso o sottolineare una emozione.

Come vengono scelte le emoji

Shutterstock

Ma chi sceglie quale emoji devono essere introdotte sulle varie piattaforme? La selezione delle emoji viene gestita dall’Unicode Consortium, una organizzazione no profit californiana che per prima ha deciso di pubblicare lo standard Unicode per unificare le emoji.

Lo standard è stato un successo, tanto che è stato adottato a livello internazionale dalle aziende che producono software e servizi digitali. Oggi è attivo su più di 20 miliardi di dispositivi in tutto il mondo.

Le nuove emoji possono essere potenzialmente proposte da chiunque, ma è l’Unicode Consortium che sceglie quale codificare. Può capitare, ad esempio, che a proporre una nuova emoji sia un’associazione per trasmettere un particolare messaggio. Solo una piccola percentuale di proposte viene approvate.

Quando si propone una nuova emoji si deve concedere al Consortium una licenza gratuita e irrevocabile e, una volta avvenuta l’approvazione, l’emoji non può più essere rimossa.

Chi propone un emoji deve evitare di proporre soluzioni vietate, come loghi, personaggi specifici, divinità e altri elementi che vengono esclusi automaticamente.

L’Unicode Consortium valuta le proposte ed accetta quelle che ritiene più opportune. In linea generale, si tende a scegliere emoji che esprimono concetti e significati metaforici, che si combinano bene con altre emoji già presenti, che rappresentano qualcosa di nuovo, che sono chiare e riconoscibili e che sono compatibili con le maggior parte delle piattaforme più popolari.

Sono quasi sempre escluse, invece, tutte le emoji che rappresentano qualcosa che è già stato descritto in precedenza, che sono troppo specifiche, che richiedono troppe varianti o che sono legate a mode passeggere.

Come utilizzare le emoji

Shutterstock

Le emoji possono essere utilizzate nelle conversazioni private e nelle conversazioni aziendali o di marketing. In ogni caso permettono di trasmettere emozioni e concetti che a parole sono difficilmente esprimibili. Rendono, quindi, i messaggi più chiari, attirano l’attenzione e creano un senso di vicinanza, rendendo il messaggio meno formale e più amichevole.

Possono essere impiegate quando si conversa attraverso le applicazioni di messaggistica istantanea, sui social media e persino nelle email, se il contesto lo consente. Le aziende le utilizzano nelle loro conversazioni per rendere facilmente memorizzabili le informazioni e per avvicinare il pubblico attraverso un tono di voce meno freddo.

L’uso delle emoji rende i messaggi meno freddi e impersonali, permette di trasmettere concetti ed emozioni difficilmente esprimibili a parole

L’uso delle emoji può essere molto vantaggioso, ma occorre utilizzarle con consapevolezza. Occorre considerare il proprio pubblico di riferimento, evitandole quando la comunicazione è formale o resta sul tono puramente professionale.

È bene altresì evitare di esagerare, poiché l’inserimento di troppe emoji potrebbe sortire l’effetto contrario e rendere il messaggio troppo caotico o poco chiaro.

Infine, è importante conoscere il significato delle emoji che si stanno utilizzando, in modo da non creare fraintendimenti. In caso di dubbi, si può consultare online l’Emojipedia, dove vengono spiegate tutte le emoji scelte dall’Unicode Consortium.

Domande frequenti (FAQ)

  • Cosa sono le emoji?
    Le emoji sono pittogrammi digitali utilizzati per trasmettere emozioni e personalizzare i messaggi in varie piattaforme digitali.
  • Come vengono scelte le emoji?
    Le emoji vengono selezionate dall'Unicode Consortium, che valuta le proposte in base a criteri come chiarezza, universalità e compatibilità con le piattaforme.
  • Come possono essere utilizzate le emoji?
    Le emoji possono essere utilizzate per arricchire le conversazioni private, aziendali o di marketing, trasmettendo emozioni e concetti in modo chiaro e amichevole.
  • Chi decide quali emoji vengono introdotte sulle piattaforme?
    L'Unicode Consortium decide quali emoji codificare, valutando proposte che esprimono concetti metaforici, sono chiare e riconoscibili, e si combinano bene con le emoji esistenti.
A cura di Cultur-e
Addestramento IA non consentito: É assolutamente vietato l’utilizzo del contenuto di questa pubblicazione, in qualsiasi forma o modalità, per addestrare sistemi e piattaforme di intelligenza artificiale generativa. I contenuti sono coperti da copyright.
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