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Biografia di Nolan Bushnell

Ha fondato oltre 20 aziende nel corso della sua carriera ed è considerato uno dei padri fondatori del mondo dei videogame

Nolan Bushnell

Non avrà la stessa fama di Bill Gates, di Steve Jobs o Steve Woziak ma il suo contributo alla nascita dell'informatica “commerciale” e dell'universo dei videogames è innegabile. Con Pong e Atari, Nolan Bushnell è stato uno dei padri fondatori dell'intero settore videoludico, guadagnandosi di diritto l'accesso alla Video Game Hall of Fame e alla hall of fame della Consumer Electronic Association. Fondatore della catena di pizzerie – sala giochi Chuck E. Cheese's Pizza Time Theatre, Bushnell è stato inserito dalla rivista Newsweek nella lista dei 50 uomini che hanno cambiato gli Stati Uniti.

La vita

Nato il 5 febbraio 1943 a Clearfield, nello stato dello Utah (USA), Nolan Bushnell mise in mostra le sue capacità di inventore e sperimentatore sin dalla più tenera età. In terza elementare – a poco più di 8 anni – presentò alla Fiera della scienza della scuola un progetto legato all'elettricità, mentre qualche anno più tardi rischiò di incendiare il garage di casa realizzando un razzo artigianale alimentato con una miscela di combustibile di sua invenzione.

 

Nolan Bushnell

 

Negli anni delle scuole superiori si mantenne agli studi lavorando come inserviente nel parco giochi Lagoon Amusement Park, distante pochi chilometri da casa. Qui il giovane Bushnell sviluppò una sorta di predilezione per quei giochi e quelle attrazioni che combinavano abilità e inventiva. Una predilezione che gli tornerà utile qualche anno dopo, quando iniziò a progettare e sviluppare videogame per le sue console Atari.

Approdato all'università – University of Utah College of Engineering – poté finalmente dare sfogo al suo estro creativo ottenendo, nel 1968, la laurea in Ingegneria Elettronica. Qui Bushnell si avvicinò per la prima volta al mondo dell'informatica: in quegli anni, infatti, all'interno del dipartimento di elettronica fecero il loro ingresso i primi mainframe, attirando le attenzioni di molti giovani studenti. Tra questi c'era anche il futuro inventore di Pong e delle console Atari, che rimase particolarmente affascinato dal videogame Spacewar!, tanto da tentare di crearne una versione per mini-computer.

 

Due studenti giocano con spacewar

 

Dall'inizio degli anni '80 in poi, una volta raggiunta fama e ricchezza, Bushnell si trasferì con la sua numerosa famiglia – ben otto figli – a Woodside, in California. Questo non gli impedì di continuare ad inventare e creare nuove società. Anzi. Ad oggi se ne contano oltre venti che, con fortune alterne, lo hanno reso uno degli imprenditori più prolifici della storia degli Stati Uniti.

Syzygy

Nel 1969, appena un anno dopo la laurea, Nolan Bushnell convinse il suo compagno di corso Ted Dabney a fondare una piccola software house per creare un videogame simile a Spacewar! Diedero così vita a Syzygy, società dal nome tanto complicato quanto sfortunato. Nel frattempo che il prototipo venisse sviluppato, i due coprirono le loro spese offrendo assistenza per flipper e altri videogame arcade (quelli a moneta, per intendersi).

 

Nolan Bushnell

 

Dopo qualche mese il prototipo – chiamato Computer Space – era pronto e i due riuscirono a trovare anche un distributore per la loro creatura. Qualcosa non andò, però, per il verso giusto: il videogame fu un vero e proprio fallimento e Bushnell e Dabney decisero di mettersi in proprio.

Atari

Nel 1972 diedero vita ad una seconda software house, chiamata questa volta Atari. Dopo qualche mese, però, il sodalizio tra i due si ruppe e Bushnell rimase solo al comando di Atari. Nel frattempo Atari iniziava ad espandersi, sia commercialmente, sia per quanto riguarda il numero di dipendenti. Il primo ad essere assunto fu Allan Alcorn, ingegnere che rivestì un ruolo fondamentale nello sviluppo di Pong.

Nel maggio del 1972 Nolan Bushnell assistette alla presentazione del Magnavox Odissey, prima console di gioco consumer della storia. Rimase talmente affascinato dal dispositivo e dai suoi videogames che, non appena tornato in Atari, chiese ad Alcorn di realizzare una versione arcade del gioco del tennis. Nel giro di pochi mesi nacque la prima versione di Pong, che divenne il primo, grande, successo commerciale di Bushnell ed Atari.

 

Atari 2600

 

Nel 1974 venne realizzata una versione casalinga di Pong, mentre tre anni più tardi Atari fece il suo ingresso nel mondo delle console con la Atari 2600. Fondamentale, per lo sviluppo e il lancio del dispositivo, l'acquisizione della società da parte della Warner Communications (oggi Time Warner). Nel 1978 Nolan Bushnell fu costretto a rassegnare le dimissioni a causa di diversità di vedute sul futuro di Atari con la nuova proprietà.

Atari ed Apple

Qualche anno prima, però, le strade di Atari – e di Bushnell – si erano incrociate con quelle di due giovani studenti di scienze informatiche. Tra il 1974 e il 1976 Steve Jobs e Steve Wozniak, utilizzando pezzi smontati da console e altri dispositivi Atari e con l'aiuto fondamentale di diversi ingegneri della società di Bushnell, riuscirono a realizzare il loro primo personal computer e fondare la loro società, Apple. Nel 1976 un giovanissimo Steve Jobs tentò di tirare dentro questa impresa lo stesso Bushnell, che però rifiutò. “Venne da me – ricorda il fondatore di Atari – e chiese 50.000 dollari in cambio del 33% della sua neonata società. All'epoca mi credevo troppo furbo per cadere in quel 'tranello' e rifiutai. Oggi, ogni volta che ci ripenso mi viene da sorridere, quando non mi scappa da piangere”.

BrainRush

La sua ultima avventura imprenditoriale – per il momento, naturalmente – risponde al nome di BrainRush, di cui è fondatore, CEO e Presidente del Consiglio di Amministrazione. Si tratta di una piccola software house che tenta di introdurre elementi videoludici all'interno di programmi dedicati all'apprendimento e all'educazione. L'idea alla base dei software sviluppati da BrainRush è che molte lezioni curriculari possano essere trasformate in dei mini-giochi educativi, dove elementi di gamification si fondono con elementi pedagogici.

 

9 marzo 2014

A cura di Cultur-e
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