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Che cosa sono le app freemium

Le app freemium sono delle applicazioni che offrono contenuti a pagamento da acquistare direttamente nel negozio online. Ecco come funzionano

app smartphone

Se un'app è gratis raramente è migliore di un'applicazione concorrente a pagamento: lo sviluppo del software costa, offrire funzionalità in cloud agli utenti costa, costano i server per archiviare in sicurezza i dati e costa anche rilasciare prontamente degli aggiornamenti software. Eppure, molti sono convinti che si può vivere di app gratuite, come quelle di Facebook, WhatsApp, Skype e dei rispettivi concorrenti.

La verità è che, nel caso di queste app gratis, non paghiamo perché regaliamo i nostri dati personali a chi le sviluppa. Fare un'app gratuita che non raccoglie dati su chi la utilizza, infatti, è un'impresa economicamente molto difficile da portare avanti. Ma, a dirla tutta, tra il free e il premium c'è anche una terza scelta: il freemium. Ecco che cosa sono le app freemium e come funzionano.

Cosa vuol dire freemium

app freemium

Il termine freemium è la somma di due parole: free e premium, quindi una via di mezzo tra gratis e a pagamento. Una via di mezzo anche per le funzionalità offerte all'utente, anche se ci sono diversi modelli di fremium e non uno solo. In linea di massima possiamo dire che ciò che oggi definiamo freemium non è altro che l'evoluzione di quello che negli anni Novanta chiamavamo shareware: un software distribuito in una versione con delle limitazioni, di tempo o di funzionalità, al fine di farlo "assaggiare" all'utente nella speranza di convincerlo a comprare la versione completa. Oggi questo modello di business digitale si è evoluto e raffinato, ma resta sostanzialmente simile al caro vecchio shareware.

I diversi tipi di freemium

Oggi freemium vuol dire molte cose diverse, perché ci sono tanti tipi di licenza freemium per un software. Le due più semplici ricalcano fedelmente il modello dello shareware: ti offro un'app gratuitamente, ma alcune funzionalità sono bloccate ed è necessario pagare per averle (acquisti in-app) oppure ti offro l'app completa, ma solo per un tempo limitato. Di solito 30 o 60 giorni, poi devi pagare per tornare a usare l'applicazione.

app cloud

Il primo modello è quello più diffuso nel settore dei servizi freemium, come lo storage in cloud: Google Drive, Dropbox, OneDrive e altri servizi simili offrono all'utente una quantità limitata di spazio in cloud e chiedono un pagamento per offrire spazio aggiuntivo. Il secondo modello è invece spesso usato dalle app per lo svago, che funzionano senza problemi per un tot di tempo. Le app utility, invece, di solito hanno funzionalità limitate nella loro versione gratuita.

Ci sono poi le app "finte freemium", che sono le più fastidiose: ufficialmente funzionano al 100% anche senza pagare, ma a costo di tollerare una quantità eccessiva di banner pubblicitari. Non mancano poi le app "finte freemium con truffa": cioè quelle che hanno una versione a pagamento che si attiva da sola, senza un esplicito consenso da parte dell'utente. Queste app, però, rientrano in pieno tra quelle che ogni tanto vengono rimosse dal Play Store e dall'App Store in seguito alla segnalazione di qualche azienda di cybersecurity e vengono definite fleeceware.

fortnite

Un ulteriore modello di business freemium è quello degli acquisti in app, diffusissimo tra i videogiochi: l'applicazione è gratis, ma possiamo acquistare dal negozio skin aggiuntive o dei pacchetti con funzionalità extra. Tra i videogiochi freemium con acquisti in app ce ne sono alcuni, come FIFA in modalità FUT (Fifa Ultimate Team), che sono state accusate da molti utenti di essere delle vere e proprie app "pay-to-win" perché, pur essendo gratis, è quasi impossibile salire di livello senza acquistare qualcosa (nel caso specifico, i calciatori). Altro esempio è Fortnite, anche se in questo caso si spendono dei soldi solo per avere skin più belle oppure delle emote aggiuntive.

Dove andrà il freemium

È abbastanza improbabile che il modello di business digitale freemium passi presto di moda, perché ha molti vantaggi sia per gli sviluppatori che per gli utenti. Gli sviluppatori possono raggiungere un pubblico molto più ampio per le loro app e, allo stesso tempo, subiscono molto di meno i danni della pirateria informatica. Molti utenti, invece, si accontentano perfettamente dell'utilizzo delle versioni delle app incomplete o con la pubblicità. Altri condividono perfettamente l'idea di provare la versione completa, per un certo periodo di tempo, di un'app che forse vorrebbero comprare. O anche una versione di prova con funzionalità bloccate che poi sono disposti a pagare per ottenere. Insomma, il freemium oggi si è sviluppato in una serie di filoni diversi per accontentare esigenze diverse. E questo, a quanto pare, sta funzionando.

A cura di Cultur-e
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