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Fake news: cosa sono, come riconoscerle, come evitarle

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Le fake news sono un rischio per la sicurezza informatica e per chi naviga in rete: come riconoscere le notizie false ed evitarle

fake news

Ogni giorno, un numero impressionante di utenti legge, più o meno consapevolmente, le cosiddette “fake news”. Però, prima di entrare nel merito delle fake news (come riconoscerle, come combatterle), è utile riflettere sulle ragioni e sugli scenari che hanno reso possibile la proliferazione di così tanta cattiva informazione.

Per buona parte della Storia infatti, uno dei principali problemi culturali dell’essere umano è stato proprio l’accesso all’informazione: per secoli e secoli, intere classi sociali sono state letteralmente tagliate fuori dalla fruizione quotidiana di notizie.

Oggi il panorama è decisamente cambiato e, per fortuna, moltissime persone possono accedere tutti i giorni a tutta l’informazione che desiderano.

Paradossalmente, il “problema” del tempo corrente è legato proprio al “sovraccarico di informazione”. Una questione oltremodo complessa, riassunta da Umberto Eco in una frase tanto breve quanto incisiva: “La conoscenza consiste nel filtraggio delle informazioni. Troppe cose insieme fanno rumore e il rumore non è uno strumento di conoscenza”.

Proprio la proliferazione di portali e, più in generale, di opportunità di creare informazione è alla base del cosiddetto fenomeno delle fake news. Cosa sono le fake news? Semplicemente false informazioni: notizie create ad arte, spesso inventate di sana pianta, per le ragioni più disparate.

Fake news: cosa sono

fake news

Per imparare come scoprire le fake news bisogna innanzitutto avere chiaro di che cosa si sta parlando. Come già anticipato in precedenza, le fake news sono notizie false: notizie che vengono pubblicate con l’obiettivo dichiarato di disinformare.

Le ragioni dietro questa scelta possono essere molteplici e possono riguardare tanto la cultura quanto la sicurezza informatica: da una parte infatti c’è chi diffonde falsa informazione per creare scandalo nel tessuto sociale. Dall’altra però c’è anche chi la utilizza per attirare click, o magari per realizzare delle vere e proprie truffe.

Non è semplice stabilire una data di nascita per le fake news, anche perché il confine tra falsa informazione e propaganda è sempre stato molto labile.

Detto questo, una delle bufale più antiche e famose di tutti i tempi è datata 1814, durante gli ultimi mesi dell’impero di Napoleone Bonaparte. La vicenda si svolge a Dover (Inghilterra), più precisamente allo Shipp Inn. Durante la mattinata del 21 febbraio, un uomo varcò la porta della locanda: si presentò come il Colonnello du Bourg e annunciò ai presenti la morte di Napoleone e il conseguente ritorno al potere dei Borboni.

Si trattava di una notizia del tutto inventata e del tutto falsa, ma i suoi effetti furono semplicemente devastanti. L’uomo infatti riuscì a telegrafare il suo messaggio e poi, non pago, si diresse verso Londra: così la bufala del presunto Colonnello si diffuse a macchia d’olio e riuscì addirittura a raggiungere la Borsa.

Il risultato fu un’impennata dei prezzi dei titoli, che arricchì un discreto numero di imprenditori. Imprenditori che poi, a distanza di qualche tempo, sarebbero stati accusati di frode e di deliberata manipolazione del mercato tramite quelle che oggi chiamiamo “fake news”. 

Fake news: come riconoscerle

fake news

Le fake news possono essere classificate in molti modi, ad esempio in base alle motivazioni che potrebbero averle generate. Come visto in precedenza, la propaganda ha nella sua stessa natura delle caratteristiche non troppo diverse dalle fake news. Allo stesso modo esistono diverse truffe di phishing o fenomeni di clickbait che sfruttano delle notizie false con l’obiettivo di attirare l’attenzione degli utenti verso determinati contenuti e/o link.

A volte poi è possibile trovarsi di fronte a dei casi di fake news “parziali”: notizie non totalmente inventate, ma che però vengono in qualche maniera distorte o esasperate. Si pensi, in tal senso, ai titoli sempre più fuorvianti che, purtroppo, vengono utilizzati anche dagli organi di informazione più accreditati.

A ciò si aggiunga infine che chi si occupa di informazione può incappare in errori di tutti i tipi: può sbagliare a interpretare una dichiarazione, così come può venire smentito una volta pubblicata una notizia.

Esistono addirittura circostanze in cui il giornalista è in qualche modo vittima della cattiva informazione: casi in cui viene imboccato da altri con fake news, riportandole più per inesperienza che per malizia. Detto questo, considerato che esistono diverse tipologie di fake news, come riconoscerle? E, soprattutto, come combatterle?

Fake news: come combatterle

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Per fortuna, una volta che si è imparato come scoprire le fake news non è poi così difficile individuarle e combatterle. Tutto sta infatti nell’esercitare il proprio atteggiamento critico e il proprio buon senso, dedicando un briciolo di attenzione in più alle notizie che si leggono.

Un primo consiglio consiste sicuramente nel controllare sia lafonte da cui proviene la notizia, sia l’autore che l’ha pubblicata. Nel caso in cui si tratti di un “contenitore” e di una “penna” sufficientemente accreditati, con una storia editoriale alle spalle, sarà lecito pensare che anche le news apparentemente più strane abbiano la loro ragion d’essere.

In caso contrario, potrebbe essere opportuno fare qualche piccola indagine extra, in modo da avere ulteriori chiarimenti circa ciò che si sta leggendo.

In tal senso, potrebbe essere utile fare un controllo incrociato tra più fonti: questo vuol dire, ad esempio, fidarsi solo nel caso in cui la notizia letta sia stata riportata nello stesso modo da altri organi di informazione accreditati.

Infine, è sempre importante ricordare che esistono fonti ufficiali che permettono all’utente di effettuare un controllo molto vicino a quello del fatto nudo e crudo: si pensi agli organi di Stato, che forniscono quotidianamente numeri, statistiche, dati ecc. Informazioni oggettive, che possono aiutare il lettore a farsi un’idea scevra da commenti e interpretazioni personali.

A cura di Cultur-e
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