
Solo le città grandi possono diventare smart? Niente di più falso a detta di Michele Vianello, che delle smart cities ha fatto il suo pane quotidiano in quanto ormai da anni esperto nel settore. In occasione dell’evento aziendale di FASTWEB Thinking Hub ha raccontato che cos’è la città digitale e lanciato le sue proposte per realizzarla.
“I piccoli centri, paradossalmente, possono essere digitalizzati più facilmente rispetto a quelli grandi”, ha spiegato Vianello. Ma è sufficiente creare un sistema di videosorveglianza per rendere una città smart? La classifica Between sulle città digitali tiene in considerazione la quantità di tecnologia adottata, non la qualità. Ma una città si può definire digitale quando permette la piena condivisione di dati. Al momento, però, la pubblica amministrazione si limita a digitalizzare l’esistente. Obbliga ad avere la Pec ma non condivide dati di interesse come i piani regolatori. “Il sindaco digitale chiede dashboard, sistemi di gestione dati”, ha sintetizzato l’esperto.
Nella visione di Vianello la città digitale permetterà di lavorare senza più orari predefiniti: si potrà lavorare per obiettivi e senza più postazioni fisiche fisse. Già al momento sarebbe possibile farlo.
Come è possibile quindi passare dalla città post industriale alla smart city? Vianello lancia cinque proposte.
- Favorire l’alfabetizzazione digitale. Rivolta in particolare agli alti livelli per creare reale consapevolezza delle opportunità che la rete offre. La politica industriale deve essere Internet
- Potenziare le infrastrutture. È necessario aumentare la copertura di banda larga e la diffusione del cloud computing
- Creare ecosistemi di innovazione. Siamo orfani di luoghi dove il sapere e le esperienze lavorative si incontrano. Servono spazi dove startupper e informatici si ritrovino. Luoghi che vivano 24 ore su 24 e che plasmino una società H24
- Open data. I dati devono essere accessibili: dai già citati piani regolatori alle cartografie della città
- Open Government. L’epoca del governo unidirezionale, locale o centrale che sia, è finita. La gestione della cosa pubblica si deve aprire a proposte e richieste dei cittadini facendosi così cloud oriented, social oriented e geolocal oriented
31 marzo 2014