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Alan Turing, arriva il perdono della Regina

Grazie all'impegno del Governo inglese e di diversi scienziati britannici, viene definitivamente riabilitata la sua memoria

Alan Turing

Ci sono voluti oltre 60 anni, ma alla fine è arrivato anche il perdono della Regina. Alan Turing, padre dell'informatica moderna – grazie alla teorizzazione della cosiddetta Macchina di Turing – e una delle menti più brillanti del secolo passato, è stato riabilitato definitivamente, ottenendo la Grazia postuma dalla Casa Reale britannica.

Lunga campagna

Sono stati necessari diversi anni prima di riuscire ad ottenere il perdono dalla Regina. Già nel 2009 qualcuno aveva provato ad intercedere presso Sua Maestà per riabilitare la memoria del matematico e informatico britannico, ma con scarsi risultati. L'ultimo tentativo era stato effettuato nel luglio 2012 da Lord Sharkey, ma anche in questa occasione le cose non si erano evolute nella maniera sperata.

 

Statua di Alan Turing a Manchester

 

Dodici mesi dopo si è reso necessario l'intervento del Ministro della Giustizia britannico, Chris Grayling, per far tornare la Casa Reale sui suoi passi. In questo caso, però, è stato altrettanto fondamentale l'apporto della Rete: nei mesi passati è stata lanciata una petizione online che ha raccolto oltre 30.000 firme ed ha visto il supporto di alcuni dei più celebri scienziati inglesi.

Vita irreprensibile

Alan Turing era arrivato a togliersi la vita nel 1954, dopo essere stato castrato chimicamente due anni prima a causa della propria omosessualità. A nulla erano valsi i meriti acquisiti nel corso della Seconda Guerra Mondiale: Turing era stato uno degli artefici della scoperta del codice crittografico di Enigma, permettendo alla marina inglese e statunitense di conoscere in anticipo le mosse dei nazisti.

 

Alan Turing

 

“Turing – afferma il Ministro britannico – merita di essere ricordato e riconosciuto per il contributo fornito negli anni della Guerra. Il suo lavoro ha contribuito ad accorciare la durata del conflitto, salvando la vita a migliaia a migliaia di persone. I suoi ultimi anni di vita sono stati messi in ombra dalla sua omosessualità, ma la sentenza di condanna non fu giusta allora e non lo sarebbe tutt'oggi. Il perdono della Regina è il giusto tributo ad un uomo eccezionale”.

 

23 dicembre 2013

A cura di Cultur-e
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