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La storia di Android

Con appena 10 anni di vita sulle spalle, Android è il sistema operativo più utilizzato per smartphone e tablet. Scopriamo la sua storia

Android, il sistema operativo del robottino verde

Sei anni per dominare il mondo. Tanto c'è voluto ad Android, sistema operativo mobile sviluppato da Google, per riuscire a prendere il completo controllo - o quasi - del mercato mondiale degli smartphone. La guerra, come ammette l'ex CEO di Google Eric Schmidt, non è ancora vinta, ma mancherebbe davvero poco: i motivi per passare dall'iPhone ad uno smartphone del robottino verde sono molteplici e tutti o quasi se ne sono accorti.

Certo, le decine e decine di milioni di possessori di iPhone molto probabilmente non condividono l'opinione dell'ormai ex Presidente esecutivo di Google, ma è comunque innegabile che il sistema operativo del robottino verde abbia avuto un successo globale, capace di relegare tutte le altre piattaforme mobili (a eccezione di iOS, ovviamente) a percentuali di mercato risibili o, addirittura, condannarle "all'estinzione". Insomma, la storia di Android è fatta in gran parte di successi, di scelte strategiche azzeccate e di grandi novità capaci di modellare, a propria immagine e somiglianza, il settore della telefonia mobile.

2003

Tutto inizia più o meno 10 anni fa, quando Andy Rubin, Rich Miner, Nick Sears e Chris White fondano Android Inc., piccola società con grandi ambizioni. Inizialmente Android doveva servire da sistema operativo per fotocamere digitali, in modo che gli utenti potessero installare nuove app e aggiungere nuove funzionalità ai loro dispositivi.

 

Andy Rubin,
  papà di Android

 

Ben presto, però, i quattro decisero di cambiare rotta e virare verso il mercato degli smartphone, convinti che ben presto i "cellulari intelligenti" avrebbero ben presto sopraffatto le fotocamere. Mossa piuttosto intelligente, a ben vedere.

2004

L'avventura di Android, però, sembra dover avere vita molto breve. In poco meno di 12 mesi i fondi stanziati inizialmente dai fondatori finirono e il progetto rischiò di essere archiviato. In soccorso del robottino verde arrivò Steve Perlman, amico di Rubin ed ex ingegnere Apple, con una donazione di 10.000 dollari che permise al progetto Android di andare avanti.

2005

Sul palcoscenico Android fa la sua apparizione anche Google. Quello che si avviava a diventare un gigante del web e dell'hi-tech in generale inizia a finanziare il progetto di Rubin e degli altri e, dopo pochi mesi, ne prende il controllo.

 

Da sinistra Barra,
  Duarte e Rubin,
  tre degli uomini fondamentali per lo sviluppo di Android

 

Lo scopo iniziale di Goole era di poter sfruttare le competenze e le conoscenze degli ingegneri di Android in progetti ritenuti più vantaggiosi e idonei allo sviluppo del motore di ricerca. Le idee di Rubin e gli altir, però, erano differenti e i risultati si sono visti.

2007

Dopo oltre un anno di anonimato, Android torna a far parlare di sé nel 2007. Nello stesso anno della presentazione del primo iPhone, Google annuncia la costituzione dell'Open Handset Alliace (OHA), un consorzio che riuniva in un'unica sigla una lunga lista di produttori di smartphone e telefonini. Lo scopo era quello di gettare le basi per lo sviluppo di standard aperti (sia in ambito software sia in ambito hardware) in ambito mobile. E l'occasione, naturalmente, di presentare al mondo il suo sistema operativo mobile: Android.

2008

Nel febbraio 2008 Qualcomm e Texas Instruments annunciano la produzione dei primi chip compatibili con l'architettura software di Android. Il 28 ottobre di questo stesso anno HTC annuncia il lancio del modello Dream (conosciuto negli Stati Uniti con il nome di G1) nato dalla collaborazione del produttore sudcoreano con Google e T-Mobile.

 

HTC Dream (o G1),
  primo smartphone Android

 

Si tratta del primo smartphone Android della storia.

2009

Arriva il tempo della prima release ufficiale di Android. Il 30 aprile Google rilascia Android 1.5 Cupcake e da questo momento in avanti tutte le versioni del sistema operativo del robottino verranno chiamate con nomi di dolci (Jelly Bean e KitKat ne sono un esempio). Nel secondo trimestre di questo stesso anno Android si attesta al 2,9% del mercato internazionale e inizia a rosicchiare quote di mercato a iOS, Symbian e tutti gli altri. Nel giro di un mese e mezzo (dal 15 settembre al 26 ottobre) il team Android riesce a rilasciare altre due versioni del sistema operatibo: Android 1.6 Donut e Android 2.9 Eclaire.

2010

A gennaio Google fa il suo ingresso nel mercato degli smartphone, presentando il Nexus One, nato dalla collaborazione tra Big G e HTC. In vendita a 529 dollari, non riceve i favori della critica e del pubblico inizialmente sperati e la sua produzione viene ben presto interrotta.

 

Nexus One

 

Il 22 maggio Google presenta Android 2.2 Froyo (termine colloquiale dell'inglese americano per frozen yogurt), seguito poco dopo dal lancio del Samsung Galaxy S, probabilmente la serie di smartphone Android più famosa e venduta (ad oggi, Samsung ha venduto oltre 100 milioni di dispositivi con il bran Galaxy S). A dicembre Android è installato sul 33% dei cellulari presenti sul mercato mondiale (+30% in diciotto mesi), mentre negli Stati Uniti ha già sorpassato iOS. Il 6 dicembre Google mette a segno un doppio colpo: presenta in contemporanea Android 2.3 Gingerbread e il Nexus S, prodotto questa volta in collaborazione con Samsung e molto simile al Galaxy S della casa sudcoreana.

2011

Android 3.0 Honeycomb viene rilasciato in contemporanea con il lancio del Motorola Xoom e presenta importanti novità grafiche per il mercato dei tablet.

 

Motorola Xoom con Android 3.0 Honeycomb

 

Nel secondo trimestre Android passa la soglia "psicologica" del 50% del mercato, divenendo il sistema operativo mobile più diffuso al mondo. Ottobre è il mese del terzo smartphone del brand Nexus, prodotto anche in questo caso con Samsung.

 

Galaxy Nexus

 

Il Galaxy Nexus sbarca sul mercato il 19 ottobre, portando con sé la novità di Android 4.0 Ice Cream Sandwich. Con ICS Google rivoluziona l'interfaccia grafica del suo sistema operativo, rendendolo compatibile sia con smartphone sia con tablet.

2012

Google continua nella sua opera di sviluppo del sistema operativo e nel giugno 2012 lancia Android 4.1 Jelly Bean.

 

Hugo Barra presenta Android 4.1 Jelly Bean

 

Con il nuovo sistema operativo arriva anche l'assistente vocale made in Mountain View: sui dispositivi Android sarà d'ora in avanti disponibile Google Now, in grado di rispondere ai comandi vocali dell'utente.

 

Nexus 7,
  primo tablet Google

 

La presentazione della nuova release, però, è l'occasione adatta per annunciare lo sbarco di Google nel mercato dei tablet: viene infatti presentato anche il Nexus 7, piccolo tablet leggero e versatile prodotto in collaborazione con Asus.

 

Nexus 4

 

Il 29 ottobre è, invece, il momento del nuovo smartphone Nexus. Il quartogenito (chiamato non a caso Nexus 4) è prodotto in collaborazione con LG e verrà distribuito (al prezzo di 299 e 349 dollari) con Android 4.2 già installato. In questo stesso giorno Google annuncia la nascita del fratello maggiore del Nexus 7: dalla collaborazione con Samsung nasce il Nexus 10. Nel quarto trimestre dell'anno, Android controlla il 75% del mercato degli smartphone.

2013

La seconda generazione di Nexus 7 sbarca sul mercato il 24 luglio assieme alla release 4.3 di Android (sempre Jelly Bean).

 

Nexus 7 con Android 4.3 Jelly Bean

 

Nel frattempo iniziano a circolare le voci sulla nuova, imminente versione del sistema operativo di Google: per la prima volta dovrebbe assumere il nome di un brand realmente esistente.

 

Nexus 5

 

È il momento di Android 4.4 KitKat. Il 1 novembre Google mette in vendita il Nexus 5, nato dalla collaborazione con LG e dotato della versione KitKat del sistema operativo.

2015

 

Per continuare la propria lotta con Apple, alla fine del 2015 Google ha lanciato due nuovi smartphone (prodotti in collaborazione con LG e Huawei) e la nuova versione di Android 6.0 Marshmallow.

Per quanto riguarda i due smartphone, il Nexus 5x monta un SoC Snapdragon 808 supportato da una GPU Adreno 418, 2GB di RAM e 32GB di memoria interna, non espandibile. Il comparto fotografico, invece, è formato da una fotocamera posteriore da 12 megapixel e da una anteriore da 5 megapixel. Rispetto alla normale politica adottata da Google, il Nexus 5X ha un costo molto più alto, vicino ai 500 euro.

Ad affiancare il Nexus 5x, Google, in collaborazione con Huawei, ha lanciato anche il Nexus 6p, un phablet top di gamma con caratteristiche tecniche molto interessanti. Partendo dallo schermo da 5.7 pollici con risoluzione 2560 x 1440 che garantisce la massima qualità nella riproduzione di film e serie tv. il device monta un SoC Snapdragon 810, supportato dalla GPU Adreno 430, 3GB di RAM e 128GB di memoria interna, non espandibile. Il comparto fotografico prevede una fotocamera frontale da 8 megapixel e una posteriore da 12 megapixel.

Insieme al lancio dei due smartphone, Google ha rilasciato anche l'aggiornamento di Android. Con Marshmallow 6.0, l'azienda di Mountian VIew ha introdotto funzionalità molto interessanti: la tecnologia Doze per il risparmio energetico e il supporto nativo per i sensori biometrici.

2016

Il 2016 è un anno molto importante sia per Google sia per Android. L'azienda di Mountain View ha deciso di lanciare sul mercato il primo smartphone pensato e realizzato direttamente all'interno dei Google Labs. E per dare una ventata di novità al settore, ha deciso di mandare in pensione la serie Nexus e di lanciare i Google Pixel. Il nuovo smartphone (realizzato in due versioni, una con uno schermo da 5 pollici e l'altra con un display da 5,5 pollici) secondo gli esperti è il miglior device Android presente sul mercato. Infatti Google ha potuto sfruttare l'esperienza accumulata negli anni ed è riuscita a utilizzare al meglio le potenzialità del sistema operativo del robottino verde.

google pixel

I Google Pixel montano un SoC Snapdragon 821 supportato da una GPU Adreno 530, da 4GB di RAM e 128GB di memoria interna non espandibile. Il comparto fotografico, invece, è formato da una fotocamera posteriore da 12.3 pollici e da una anteriore da 8 megapixel.

Insieme ai Google Pixel, Google ha presentato anche Nougat, l'ultimo aggiornamento al sistema operativo del robottino verde. Le novità sono molto interessanti: infatti, l'azienda di Big G ha mandato in pensione l'assistente personale Google Now, per far posto a Google Assistant. Secondo gli esperti del settore, con Google Assistant, l'azienda di Mountain View fa un deciso passo in avanti verso la perfezione: l'assistente personale è sullo stesso livello di Siri, se non addirittura migliore.  

2017

Google continua nella propria opera innovatrice e, con Android 8 Oreo, introduce alcune piccole migliorie per rendere più piacevole l'esperienza d'uso generale degli smartphone del robottino verde. Con Android 8, ad esempio, gli utenti hanno maggior controllo sulle notifiche, potendo personalizzare le modalità di visualizzazione per ogni app. La novità più importante, quanto meno da un punto di vista tecnologico, è però rappresentata dal Project Tremble: si tratta di un escamotage che punta a velocizzare gli aggiornamenti di sistema da parte dei vari produttori di smartphone, creando un sistema operativo "modulare" e aggiornabile a pezzi.

2018

Con l'avvento di Android 9 Pie, lanciato un po' a sorpresa nei primi giorni di agosto 2018, nel mondo Android fa il suo prepotente ingresso l'intelligenza artificiale. La nona major release del sistema operativo del robottino verde, infatti, prova a migliorare ulteriormente l'esperienza d'uso facendo affidamento su AI e apprendimento automatico. Queste due tecnologie, ad esempio, dovrebbero prolungare autonomamente la durata della batteria, riuscendo a comprendere stile e modalità d'uso del cellulare e adattare di conseguenza il consumo energetico. Non mancano, poi, novità sul fronte della privacy e della sicurezza di dispositivi, ma le innovazioni maggiori arrivano sul fronte dei controlli. Android 9 Pie introduce un nuovo sistema di gesture, che permette di controllare ogni singolo aspetto del telefonino con uno swype e, soprattutto, di poter fare a meno del tasto Home e altri tasti fisici solitamente presenti sul dispositivo.

 

9 agosto 2018

A cura di Cultur-e
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